Elezioni. Conte, governare con il Pd? Ci può stare. Meloni non è un pericolo per la democrazia, programma inadeguato

AgenPress –  “In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare. Però dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti. D’ora in poi noi ci siederemo a un tavolo con condizioni più chiare del passato, declinando principi politici ancora più elevati e ambiziosi e non cederemo su nulla”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, ospite di “Mezz’ora in più”, su Rai 3.

 “L’accordo col Pd ha lasciato uno strascico negativo. Dopo aver lavorato nel Conte II con una forza politica che volesse operare una svolta rispetto al proprio passato, convintamente progressista, ci siamo trovati spaesati”, ha aggiunto.

 “Il Pd ha abbracciato l’agenda Draghi. Lo abbiamo visto timido su alcuni pilastri del Conte II e assolutamente contradditorio su altri pilastri, come l’inceneritore”.

Sul listino dei 15 spiega che  “uscivamo dall’applicazione della regola del doppio mandato, abbiamo avuto un ricambio forte. Avevamo bisogno di garantire un minimo di continuità e di esperienza e anche di novità dalla società civile. Mi prendo la responsabilità della proposta di queste 15 figure. Oggi presenteremo delle liste che sono per un quarto figlie di quel listino, e per tre quarti vengono dalle parlamentarie. Mi sembra un giusto mix”. “Dicono che Appendino e Patuanelli sono “fedelissimi di Conte”. Sono piuttosto fedelissimi del Movimento”.

Conte parla anche di Giorgia Meloni della quale boccia il programma,  “lo ritengo per la maggior parte inadeguato. Da cittadino italiano, prima che da politico ritengo che alcune soluzioni sono strampalate. Però non ritengo che la Meloni al Governo sia un pericolo per la democrazia. Abbiamo un sistema di pesi e contrappesi adeguato”. 

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