Elena de Curtis: “Vi racconto chi era Totò, mio nonno. Nato da una ragazza del popolo

AgenPress. Elena De Curtis, nipote di Totò, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

Elena De Curtis ha raccontato aspetti intimi del nonno: “Chi era mio nonno? Descriverlo in poche parole è difficile. Era tutto e il contrario di tutto. Aveva due caratteri. Da una parte c’era Totò. Dall’altra Antonio De Curtis. Il primo divertente, il secondo riservato, rispettoso, sensibile, generoso. Un insieme di tante cose. Nasce in un quartiere di Napoli, ‘La sanità’, in cui c’erano situazioni abbastanza difficili. E’ stato un ragazzo di strada, la vita la conosceva molto bene, in tutte le sue sfaccettature. Era uno scugnizzo, ha vissuto un senso di vergogna, nato da una donna del popolo, ragazza siciliana che si è trasferita a Napoli e che verso i sedici anni ha avuto una relazione con Giuseppe de Curtis, dal quale viene messa incinta.

Antonio inizialmente non viene riconosciuto dal padre, lo sarà solo verso i 22 anni. Ha vissuto tutto questo periodo come figlio di nn, all’epoca ci si vergognava di questa situazione. Ha avuto difficoltà notevoli, erano una famiglia molto povera. Lui la fame l’ha vissuta in tutti i sensi. Da lì ha imparato a non scordarsi delle sue origini e per questo, una volta raggiunto il successo, ha sempre dato una mano. Tornava nel quartiere, lasciava i soldi nei bassi, ha fatto tanta beneficenza, in silenzio, senza pubblicizzare certi gesti. Amava i cani, ma era legato anche ad un orfanotrofio vicino Monza, dove andava a Natale per portare i regali”.

Ancora Elena de Curtis: “La critica cinematografica? Mio nonno l’ha sofferta molto. Lui era una persona scomoda. Era un uomo libero. Dietro la sua ilarità c’era sempre un messaggio che passava. La critica intellettuale dell’epoca certe cose non le apprezzava, perché mio nonno non si piegava al sistema, andava contro il sistema in tutte le situazioni. Anche se una parte degli intellettuali, tipo Moravia, Pasolini, Zavattini, amavano Totò e quello che lui riusciva a trasmettere”.

Sui film preferiti da Totò: “Lui dei suoi film ne salva pochi. Guardia e Ladri, Uccellacci e Uccellini, La Mandragola e pochi altri. Il rapporto con Peppino? Eramo amici davvero, hanno fatto la gavetta insieme. Mio nonno è sempre stato vicino alla famiglia De Filippo e con Peppino si è sempre divertito, lui era l’attore che gli permetteva di comportarsi un po’ di malandrino. Sul set gliene ha fatti di tutti i colori. Era amico anche di Aldo Fabrizi, di Castellani, di Nino Taranto. Lui aveva pochi amici, a poche persone consentiva di entrare nella sua sfera intima”.

Sul rapporto di Totò con Napoli: “Napoli è sempre stato il suo grande amore. Per motivi lavorativi ha dovuto farsi adottare da Roma ma non ha mai smesso di amare Napoli. Con i primi soldi guadagnati nel 1952 si fece costruire una tomba proprio perché il suo desiderio era tornare a Napoli almeno da morto”.

Sul rapporto di Totò con le donne: “Piaceva molto alle donne anche se non era un Alain Delon. Aveva un suo fascino, sapeva come far sentire una donna importante, amata, preziosa. Lui per le donne, soprattutto quelle che hanno fatto parte della sua vita, aveva un occhio di riguardo. Era molto geloso, ha avuto sempre al suo fianco donne molto belle, soprattutto le due con cui si è accompagnato più a lungo. Con mia nonna aveva un rapporto particolare, sono cresciuti insieme, l’ha conosciuta quando aveva 16 anni, le ha fatto da scuola, l’ha cresciuta lui, l’ha fatta crescere ma l’ha anche molto soffocata. Con Franca Faldini invece c’era un rapporto diverso, un’età più matura. Lei è stata l’unica che gli ha saputo un po’ tener testa”.

Sul lato malinconico di Totò: “Era reale e importante. Lui assorbiva le ingiustizie che c’erano e di questo si dispiaceva. Ha subito anche da piccolo situazioni ingiuste, ha vissuto due guerre mondiali, quindi di situazioni difficili ne ha viste nella sua vita”.

 

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