“Draghi guerrafondaio, servo Usa, votate Rizzo e Ingroia”. Attacco di Daria Dugina, uccisa oggi in un attentato

AgenPress – Il prossimo 25 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne. Il governo guidato da Mario Draghi è crollato quando lo stesso ex Presidente della Banca Centrale Europea ha deciso di recarsi dal Presidente Mattarella per presentare le sue ‘dimissioni irrevocabili’, dopo aver compreso che la maggioranza a sostegno del governo da lui guidato, definito di unità nazionale, non esisteva più a lungo. Finì così il percorso di Draghi, prima corteggiato, poi sostenuto, e infine fermato alla corsa del Quirinale (per la carica di Presidente della Repubblica) perché ritenuto indispensabile a Palazzo Chigi come Presidente del Consiglio.

E’ quanto si legge sul sito diretto da Daria Dugina, la figlia dell’ideologo di Vladimir Putin rimasta uccisa in un attentato in Russia. Nell’articolo pubblicato su United World International (Uwi) e firmato da Fabrizio Verde, si afferma che “l’Italia di Draghi, con il suo cieco servilismo verso gli Stati Uniti, ha contribuito all’attuale crollo dell’Europa, portandola sull’orlo di una crisi economica, politica, sociale”. Sulla spinta “delle élite politiche che hanno deciso di seguire i dettami di Washington e di lanciarsi contro la Russia, che è un fornitore di energia indispensabile per quasi tutta l’Europa”.

Ufficialmente la crisi è iniziata il 14 luglio quando il Movimento Cinque Stelle (M5S) non ha dato al governo la fiducia a un decreto legge (il cosiddetto Dl Aiuti). Draghi a quel punto si è recato al Quirinale e ha rassegnato le dimissioni, poi respinte da Mattarella, con la richiesta di presentarsi in Parlamento per ottenere la fiducia il 20 luglio. Il premier ha ribadito più volte che non avrebbe guidato un governo senza il M5S. Da quel momento è iniziata la ricerca di contatti e trattative frenetiche per evitare una crisi di governo.

Già il 6 luglio, il Movimento Cinque Stelle aveva presentato nove richieste, punti programmatici da realizzare per rimanere nel governo.

Per cercare di salvare Mario Draghi, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non ha esitato a spaccare il Movimento 5 Stelle, facendogli perdere 60 parlamentari e una maggioranza relativa in Parlamento. Tuttavia, il tentativo disperato dell’opportunista Di Maio non ha avuto ripercussioni sul futuro del governo Draghi.

L’Italia di Draghi con il suo cieco servilismo verso gli Stati Uniti, ha contribuito all’attuale crollo dell’Europa sull’orlo della crisi economica, politica , e precipizio sociale, spinti dalla volontà delle élite politiche che hanno deciso di seguire i dettami di Washington e di lanciarsi contro la Russia. Solo per citare uno degli esempi più eclatanti; La Russia è un fornitore di energia indispensabile per quasi tutta l’Europa.

La caduta del governo Draghi, da un lato, possiamo certamente dirlo senza timore di essere ascoltati, è una buona notizia per la classe operaia e le altre classi sociali, come la piccola e media impresa, che sono state penalizzate dal governo Azioni.

Da quando è entrato in carica, Draghi è riuscito a ridurre al minimo i rapporti con la Russia. Basti pensare al turismo russo in Italia praticamente ridotto a zero, un piccolo ma significativo esempio. Non era mai arrivato a questo punto. Nemmeno ai tempi dell’Unione Sovietica, al culmine della Guerra Fredda, quando l’Italia era territorio di confine tra il campo socialista e il blocco occidentale.

Draghi è arrivato fin dove era arrivato anche il regime fascista, toccando il punto intollerabile e senza precedenti della russofobia per l’Italia.

Allo stesso tempo, Mario Draghi potrebbe essere sembrato il politico ideale per Washington come referente ideale degli interessi statunitensi in Europa, al posto di altri leader troppo titubanti (Scholz) o non completamente inginocchiati sugli interessi atlantici (Macron).

La sua sostituzione non sarà un problema, poiché praticamente tutti i dirigenti dei principali partiti italiani avevano fretta di proclamare la loro incrollabile fede atlantica.

Secondo i principali sondaggi politici, alle prossime elezioni dovrebbe prevalere la coalizione di centrodestra, con Silvio Berlusconi, nel ruolo di junior partner. Il partito più votato dovrebbe essere, sempre secondo i sondaggi, Fratelli d’Italia (Fdl) guidato da Giorgia Meloni, leader della formazione erede del Movimento Sociale Italiano, rinato dalle ceneri del Partito Nazionale Fascista.

Nessuna scossa o sconvolgimento sembra in vista. Giorgia Meloni ha avuto fretta, come le altre, di proclamare la sua fede nell’Atlantico, che sembra una necessità per governare in Italia. Intervistata dal principale telegiornale italiano, il Tg1, Giorgia Meloni ha confermato che Fratelli d’Italia è una garanzia della posizione atlantista dell’Italia. Riguardo alle alleanze internazionali, Meloni ha detto: “le nostre idee sono sempre state molto chiare, soprattutto dall’inizio del conflitto in Ucraina”. «Lo abbiamo ampiamente dimostrato quando abbiamo fatto la politica estera del governo, dall’opposizione del governo Draghi. Alla fine, il Parlamento ha dovuto approvare la risoluzione proposta da FdI, che era molto più chiara. FdI è il partito che più di tutti garantisce la posizione atlantica dell’Italia”.

Per il sito di Daria Dugina, gli italiani dovrebbero puntare su “Italia Sovrana e Popolare, che include alcune formazioni come il Partito Comunista, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia”: una coalizione considerata “unica alternativa al totalitarismo liberalista, guerrafondaio e sanitario”, il cui programma mette “tra le priorità far uscire l’Italia dalla Nato, dall’Ue, dall’Euro e dall’Oms. E include lo stop immediato dell’invio di armi al regime ucraino e alle sanzioni alla Russia”. Daria Dugina era stata sanzionata dagli Stati Uniti a marzo proprio per il suo incarico di direttore di United World International, considerato da Washington un sito di disinformazione e propaganda filo-Cremlino.

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