Don Milani. L’omaggio di Mattarella: “è stato un grande italiano. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha”

AgenPress – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato a Barbiana, nel comune di Vicchio (Firenze), per rendere omaggio a don Lorenzo Milani, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita. E’ la prima volta che un presidente della Repubblica visita Barbiana, mentre risale al 2017 la visita di Papa Francesco. Mattarella è arrivato in elicottero, atterrato nei pressi della scuola di Barbiana, accolto dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dal sindaco di Vicchio Filippo Carlà Campa, dal sindaco della Città metropolitana di Firenze Dario Nardella e dal vice prefetto Eugenio Pitaro.

“La scuola è di tutti. La scuola deve essere per tutti. Spiegava don Milani, avendo davanti a sé figli di contadini che sembravano inesorabilmente destinati a essere estranei alla vita scolastica: “Una scuola che seleziona distrugge la cultura. Ai poveri toglie il mezzo di espressione. Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”. Impossibile non cogliere la saggezza di questi pensieri. Era la sua pedagogia della libertà”., ha detto  Mattarella.

“Il merito non è l’amplificazione del vantaggio di chi già parte favorito. Merito è dare nuove opportunità a chi non ne ha, perché è giusto e per non far perdere all’Italia talenti; preziosi se trovano la possibilità di esprimersi, come a tutti deve essere garantito. I suoi ragazzi non possedevano le parole. Per questo venivano esclusi. E se non le avessero conquistate, sarebbero rimasti esclusi per sempre. Guadagnare le parole voleva dire incamminarsi su una strada di liberazione. Ma chiamava anche a far crescere la propria coscienza di cittadino; sentirsi, allo stesso tempo, titolare di diritti e responsabile della comunità in cui si vive”.

Don Milani è stato “un grande italiano che, con la sua lezione, ha invitato all’esercizio di una responsabilità attiva. Il suo “I care” è divenuto un motto universale. Il motto di chi rifiuta l’egoismo e l’indifferenza. A quella espressione se ne accompagnava un’altra. Diceva: “Finché c’è fatica, c’è speranza”. La società, senza la fatica dell’impegno, non migliora. Impegno accompagnato dalla fiducia che illumina il cammino di chi vuole davvero costruire. E lui ha percorso un vero cammino di costruzione”.

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