Danimarca. Cane husky di un italiano scappa e uccide un gatto, la Polizia lo uccide con eutanasia

AgenPress – Ancora una storia di eutanasia che arriva dalla Danimarca. Protagonista questa volta un cane husky di due anni, Uma, adottato in Danimarca nel 2020 da un nostro connazionale. Il cane è scappato dalla sua abitazione senza che i proprietari se ne accorgessero e ha ucciso il gatto di un vicino il quale ha sporto denuncia. La polizia in meno di cinque giorni ha incredibilmente sequestrato e soppresso l’animale. I proprietari non hanno avuto il tempo di capire, di difendere loro stessi e il loro amato cane. La presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, venuta a conoscenza di questa agghiacciante esecuzione ha scritto all’Ambasciatrice d’Italia in Danimarca, Stefania Rosini, sottolineando la necessità di “modificare la normativa per poter dare il tempo al proprietario di trovare soluzioni prima della soppressione e, se cittadini stranieri, contattare la propria ambasciata; ove ci sia una sanzione, dare il tempo di trovare il denaro per poterla pagare o fare appello alle associazioni per un sostegno”.

“Sono sconcertata, indignata e profondamente triste per quello che è accaduto – afferma Carla Rocchi – Non si può giustiziare un animale con questa leggerezza. È una modalità brutale che non tiene conto di alcun fattore umano, pratico, logico. In Danimarca siamo di fronte ad un fenomeno di eutanasia incontrollata per cui i cani vengono soppressi anche dopo un solo morso (ad altro cane o a persona). Sono cani che vengono fatti morire davvero senza un valido motivo, in contrasto con qualsiasi principio di etologia”.

L’Ente Nazionale Protezione Animali era già intervenuto in Danimarca per il caso di Iceberg, un dogo argentino italiano sequestrato nel marzo 2017 a seguito di una zuffa con un altro cane e condannato a morte perché specie proibita in Danimarca. In quel caso l’Enpa era riuscita a far approvare dal Parlamento danese una legge per consentire ai cani appartenenti alle razze considerate pericolose, di proprietà di cittadini stranieri, di lasciare il Paese senza essere uccisi. E Iceberg era potuta tornare a casa con il suo proprietario.

“Contro questo modello di ‘eutanasia facile’ senza istruttorie serie – continua Carla Rocchi – le associazioni si battono da anni. È necessario modificare la normativa per poter dare il tempo al proprietario di trovare una soluzione per salvare l’animale e, se cittadino straniero, contattare la propria ambasciata; ove ci sia una sanzione, dare il tempo di trovare il denaro per poterla pagare o fare appello alle associazioni per un sostegno. Sono a disposizione – ha concluso nella lettera indirizzata all’Ambasciatrice d’Italia in Danimarca -nei tempi e nei modi che riterrà per valutare insieme una proposta di rettifica della normativa vigente, che sia spendibile ma anche effettivamente più ragionevole ed umana nei confronti di umani e animali”.

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