Dal Congo a Milano per intervento chirurgico. La solidarietà a Daniel, operato con successo al cuore

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Il giovane è stato operato in Italia con chirurgia “senza sangue” al Policlinico San Donato di Milano. Ora sta bene, ed è già tornato a casa


AgenPress. Una macchina della solidarietà messasi in moto subito in mezzo a mille difficoltà logistiche e geografiche, ma che poi si è rivelata più forte di qualsiasi emergenza. Il 2 marzo 2021, Daniel, un ragazzo di quindici anni, figlio di una coppia di testimoni di Geova della Repubblica Democratica del Congo, è stato sottoposto a un difficile intervento chirurgico senza trasfusioni di sangue al Policlinico San Donato di Milano.

Daniel soffriva di una malattia cardiaca congenita complessa per la quale doveva sottoporsi a un intervento chirurgico che però non poteva essere effettuato nel suo paese d’origine, martoriato da anni di guerre e povertà. La filiale del Congo dei Testimoni di Geova ha iniziato a cercare un ospedale disponibile avvalendosi della rete sanitaria internazionale dei Testimoni di Geova, che solo in Italia può contare sulla collaborazione di oltre 5.000 medici in grado di curare pazienti Testimoni senza emotrasfusioni. È stato così individuato il Policlinico San Donato di Milano dove erano già state eseguite operazioni simili. I medici hanno accettato di operare Daniel senza emotrasfusioni, come da lui espressamente richiesto, e il 2 marzo 2021 l’équipe medica del professor Alessandro Giamberti ha eseguito con successo l’intervento senza alcuna complicazione. Ora Daniel sta bene ed è tornato a casa con la sua famiglia.

Grazie alla stretta collaborazione fra l’associazione “Bambini Cardiopatici nel Mondo” fondata dal Professor Alessandro Frigiola, l’équipe medica del Policlinico San Donato di Milano e le filiali dei Testimoni di Geova, sono state superate tutte le varie sfide per organizzare il difficile viaggio dalle zone più isolate del Congo e portare Daniel a curarsi in Italia.

“Ritengo che la storia di Daniel sia uno straordinario esempio di collaborazione, di amore e soprattutto di efficienza” – ha dichiarato il dottor Alessandro Giamberti, Responsabile dell’Unità di Cardiochirurgia Pediatrica e cardiochirurgia dei Congeniti Adulti all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano che ha operato il piccolo Daniel.

“La perseveranza e la speranza di poter salvare il piccolo Daniel hanno indotto il papà in tutti questi anni a non demordere ed a chiedere aiuto. La straordinaria macchina della solidarietà dei Testimoni di Geova non si è fatta pregare e con una efficienza che ha del miracoloso attraverso i rappresentanti della sede di Milano e la collaborazione stretta con la rete internazionale dei Comitati di assistenza sanitaria dei Testimoni di Geova si è riusciti a portare Daniel ed il suo papà al Policlinico San Donato. Il centro di cardiochirurgia pediatrica del Policlinico San Donato che mi onoro di dirigere, – ha proseguito Giamberti –  è da tanti anni coinvolto nel cercare di salvare bambini poveri bisognosi di aiuto da tante parti del mondo. Al tempo stesso tra il mio reparto, me personalmente, il nostro Ospedale ed i Testimoni di Geova esiste un bellissimo rapporto di collaborazione che parte tanti anni fa basato sul rispetto reciproco e soprattutto sulla stima delle reciproche professionalità.

Sono estremamente felice di aver potuto contribuire al successo di questa operazione che ha visto tanti attori coinvolti in tante parti del mondo. Credo che ogni tanto sognare sia una cosa positiva perché ci fa credere nel bene e infonde speranza. Noi nelle rispettive nostre posizioni professionali abbiamo il dovere di continuare ad offrire queste speranze e la storia di Daniel ne è un bellissimo esempio.

Ringrazio gli amici Testimoni di Geova – ha concluso Giamberti – per essere riusciti a portare Daniel in Italia e nel nostro Ospedale ed avere assieme a noi trasformato in realtà ciò che fino a poco tempo fa era solo un sogno”.

Una storia a lieto fine che unisce la solidarietà umana e l’eccellenza professionale a livello internazionale. Oggi Daniel, grazie a questa particolare sinergia, può guardare al futuro con maggiore fiducia e serenità insieme alla sua famiglia. Una vicenda che rammenta a tutti noi l’importanza della solidarietà e dell’impagabile gratificazione che si riceve quando si aiuta anche un solo ragazzo a non soccombere a causa della povertà e le disuguaglianze diffuse tra Paesi del mondo.

 

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