Covid, Sileri: “Il piano pandemico, seppur vecchio, se fosse stato applicato avrebbe aiutato quantomeno nel monitoraggio”

AgenPress. Pierpaolo Sileri, ex viceministro della Salute, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Roberta Feliziani su Radio Cusano Campus.

Sull’inchiesta covid della Procura di Bergamo.

“Premesso che si tratta di avvisi di garanzia, non sono né condanne né giudizi. Sicuramente la Procura di Bergamo accende un faro su ciò che è accaduto in quei mesi. Leggo diverse notizie sui giornali. Una cosa è certa: vi era un piano pandemico vecchio e bisognerà far luce su come e se è stato attuato questo piano pandemico. Se ci sono state omissioni verranno fuori.

Sicuramente qualche problemino c’era ed era un problema di alcuni vertici del Ministero che probabilmente negli anni non avevano provveduto ad aggiornare ciò che era un atto dovuto. Se poi questo aggiornamento o questa messa in pratica avrebbe ridotto l’impatto, questo lo chiarirà l’inchiesta. Però c’era sicuramente qualcosa che mancava. Noi al Ministero abbiamo cercato di limitare queste carenze strutturali.

C’era un piano, seppur vecchio, bisogna capire come quel piano è stato applicato, anche negli anni precedenti. Se tu hai un piano seppur vecchio, ma applicato, tu hai una contezza e un flusso di dati molto più reale dal punto di vista del tempismo e ti consente di capire meglio ciò che sta accadendo e ti consente di fare mosse più tempestive. Se uno avesse chiesto i dati delle polmoniti a febbraio, avrebbe potuto capire che stava succedendo qualcosa e cercato di giocare d’anticipo.

Io non avevo accesso nemmeno ai verbali del Cts. Io ho sempre detto che avrei fatto un Cts più snello e on demand avrei utilizzato determinati sottogruppi per determinate esigenze. Io fui anche contestato da Agostino Miozzo quando dissi che il Cts era diventato un certificatore di procedure e protocolli. Secondo me il Cts doveva essere molto più ristretto e diviso per determinate tematiche”.

Il Cts faceva fatica a tradurre i documenti dell’Oms.

“Se avessero chiesto a me che l’inglese lo parlo magari sarei stato d’aiuto. Perché non me l’hanno chiesto? Forse più che sottosegretario ero segretario sotto. Io in alcuni casi rimanevo basito rispetto a ciò che succedeva. Ho scoperto che dentro al Ministero già sapevano degli attacchi che avrei ricevuto un mese prima. Io una domenica ero a casa con i bambini e mi ero completamente dimenticato che avevo una diretta Sky, in fretta e furia mi sono vestito e sono corso al Ministero. Io entro, vado nel mio ufficio, dopo 10 minuti entra uno nella mia stanza che pensava non ci fossi. La sua scusa è stata che aveva mal di schiena e doveva camminare. Scopro dalle chat che il segretario generale dileggiava il sottoscritto, sono curioso di capire quando usciranno le carte cosa diceva. Nelle prime fasi forse ho rotto troppo le balle, quando dicevo che servivano i respiratori”.

 

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