Covid. Allentare le restrizioni provocherebbe rimbalzo influenza. Ogni anno muoiono 290.000-650.000 persone

AgenPress – La pandemia di COVID-19 continua ad avere effetti insoliti e inaspettati su una serie di malattie respiratorie: alcune sono state represse, altre si sono abbattute e altre ancora si stanno riprendendo fuori stagione. Questi flussi complicano le risposte mediche alla pandemia, ma offrono anche agli scienziati l’opportunità di studiare come si diffondono questi virus.

Poiché la stagione del raffreddore e dell’influenza inizia apparentemente nell’emisfero settentrionale, i ricercatori avvertono di aspettarsi l’inaspettato. 

“Se qualcuno ti dice che lo sa, non lo sa”, afferma l’epidemiologo John Paget dell’Istituto olandese per la ricerca sui servizi sanitari di Utrecht. La maggior parte concorda sul fatto che l’influenza alla fine si riprenderà, forse ferocemente, poiché le restrizioni di viaggio e gli interventi sociali progettati per frenare il coronavirus, come indossare la maschera, diminuiranno. “Una volta che lasciamo scadere le nostre buone pratiche sanitarie, è probabile che l’influenza colpisca duramente”, afferma Robert Ware, epidemiologo clinico presso la Griffith University nel Queensland, in Australia.

L’influenza stagionale in genere uccide 290.000-650.000 persone all’anno in tutto il mondo. 

L’allentamento delle restrizioni per il Covid-19 potrebbe provocare un forte rimbalzo dei casi di influenza stagionale, ecco perché “fare il vaccino influenzale quest’anno è particolarmente importante”.

E’ l’invito è di Amer Winn, epidemiologa alla Divisione Viral Diseases dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (i Cdc di Atlanta, in Georgia).

I dati parlano chiaro. Gli Stati Uniti hanno registrato solo 646 decessi per influenza nella stagione 2020-21 – la media annuale è di decine di migliaia – e c’è stato solo un decesso per influenza pediatrica. Finora l’Australia non ha avuto decessi per influenza stagionale nel 2021 (negli anni passati ne registrava tra i 100 e i 1.200).

Ma l’influenza ha continuato a circolare a bassi livelli nei tropici e quindi probabilmente -osservano i ricercatori- comincerà a ripartire da lì una volta riaperti i confini.

Le misure di risposta alla pandemia sembrano aver soppresso alcune infezioni batteriche, comprese quelle che causano polmonite e meningite e sono associate alla sepsi. Ma alcuni virus – ad esempio i rinovirus, una delle principali cause del comune raffreddore – hanno continuato a circolare e i contagi sono addirittura aumentati in alcuni Paesi, forse perché si tratta di virus che non sono così sensibili come altri alle misure precauzionali come la pulizia delle superfici e il lavaggio delle mani.

 Le infezioni causate dai comuni coronavirus umani (un altro dei principali responsabili del raffreddore) e dai virus della parainfluenza erano a livelli molto bassi negli Stati Uniti nel 2020, ma hanno iniziato a salire ai livelli pre-pandemia nella primavera del 2021, un periodo insolito per i raffreddori. 

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