Uno studio redatto su richiesta del Parlamento Europeo, presentato ieri, ha mostrato la forte prevalenza del rischio finanziario assunto dal pubblico rispetto al privato nella produzione dei vaccini contro Covid-19. Un rischio a cui non ha corrisposto un potere di decisione sui prezzi e sulla distribuzione, con gravi oneri per lโinteresse collettivo. Fondamentale per lโUnione Europea cambiare rotta, stabilendo subito nuove regole del rapporto pubblico-privato e dotandosi di una infrastruttura pubblica europea per vaccini e farmaci, come proposto da tempo dal Forum Disuguaglianze e Diversitร
AgenPress. Il contributo decisivo nellโindividuazione e sviluppo dei vaccini che hanno concorso a salvare le vite di cittadini e cittadine dalla pandemia Covid-19 in Europa e negli USA e altrove, รจ venuto dagli Stati, cioรจ dai contribuenti, che hanno messo a rischio i propri fondi ben piรน di quanto abbiano fatto le imprese, sia nella Ricerca e Sviluppo, sia nellโavvio delle produzioni. Questo รจ quanto emerge da uno studio realizzato da Massimo Florio e Simona Gamba (Universitร di Milano) e Chiara Pancotti (CSIL), su richiesta del Parlamento Europeo, Commissione speciale sugli insegnamenti da trarre dalla pandemia (COVI).
Eโ una realtร del tutto diversa dalla narrazione secondo cui i risultati ottenuti con i vaccini si devono soprattutto al rischio assunto dalle imprese farmaceutiche. Lo studio presenta la prima stima mai effettuata di quanti investimenti le imprese e gli Stati, il privato e il pubblico, hanno realizzato per individuare e sviluppare i vaccini prima di sapere che funzionassero (quindi investimenti โa rischioโ). Per i nove vaccini esaminati dallo studio, la ricerca ha stimato che le imprese hanno realizzato investimenti di 5 miliardi di Euro per Ricerca e Sviluppo e di 11 miliardi per investimenti produttivi prima di avere certezza di vendita, per un totale di 16 miliardi.ย A fronte di essi, dallโesterno, in quasi completa provenienza dagli Stati, sono arrivate alle imprese sovvenzioni a fondo perduto di 9 miliardi per Ricerca e Sviluppo (con enorme variabilitร fra imprese riceventi e in larga misura dagli USA) e 21 miliardi di advanced purchase agreements (in parti simili da USA e Unione Europea), cioรจ accordi di acquisto prima dellโautorizzazione dei vaccini stessi, per un totale di 30 miliardi.
โIn sintesi, la maggior parte del rischio finanziario che ha consentito la realizzazione dei nove vaccini esaminati รจ stata assunta dal settore pubblico, non dalle impreseโ ha commentato Fabrizio Barca, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversitร (ForumDD). โQuesto dato nega, in primo luogo, che gli elevatissimi extra-profitti realizzati dalle imprese farmaceutiche nella vendita dei vaccini che, per alcuni di essi hanno raggiunto decine di miliardi di euro per singola impresa, siano in qualche misura giustificati dal rischio di mercato da loro assunto. Un rischio due volte maggiore รจ stato assunto dagli Stati con mezzi delle persone contribuenti (di oggi o di domani). Ma a fronte di tale rischio gli Stati non hanno esercitato la funzione di governo e controllo delle decisioni di prezzo e distribuzione che competono a chi si assume la maggioranza del rischioโ.
Con lโeccesso di risorse finanziarie riversate alle imprese per non avere fatto valere il proprio decisivo contributo, i governi avrebbero potuto rafforzare i sistemi sanitari pubblici. Una distorsione che rischia di aggravarsi ulteriormente nellโimmediato futuro, visto che Moderna e Pfizer hanno annunciato di volere quintuplicare il prezzo a dose portandolo a circa 100 dollari dagli attuali 20, e che lโimmunizzazione dura solo pochi mesi. Per cui si ricomincerร a dover pagare un conto illimitato. Per di piรน, argomenta lo studio, senza che i fortissimi differenziali di prezzo fra i diversi vaccini siano accompagnati da alcuna valutazione delle differenze nella loro efficacia.
Eโ evidentemente necessaria una forte correzione di rotta per affrontare in tuttโaltro modo i possibili sviluppi dellโattuale pandemia e ogni simile emergenza. La scelta sin qui compiuta dallโUnione Europea con HERA non va in questa direzione, ma conferma la logica delle sovvenzioni pubbliche in attivitร di ricerca e sviluppo su cui gli Stati non hanno voce. โOccorre un intervento pubblico europeo per prevedere e affrontare le prossime pandemie e per altre emergenze giร visibiliโ – ha dichiarato Massimo Florio, che รจ anche membro del ForumDD. โIn campi cruciali per la salute, serve la messa a punto di farmaci, vaccini, diagnostica e altri rimedi, da offrire ai cittadini come beni comuni: con Ricerca e Sviluppo anche in collaborazione con imprese private, ma mantenendo fermamente sotto controllo pubblico la <<proprietร intellettuale>> e le decisioni strategiche su tutto il ciclo dellโinnovazione biomedica e del farmaco in quei campiโ.
Lo studio argomenta che nellโimmediato รจ necessario normare a livello Europeo la condivisione delle decisioni di prezzo e distribuzione fra privato e pubblico in relazione allโentitร dei rispettivi investimenti. A regime, la strada appropriata รจ quella di avviare la costruzione di unโinfrastruttura pubblica, come quella proposta nello studio precedente โBiomed Europaโ, svolto dagli stessi economisti per lo Science and Technology panel del Parlamento Europeo (STOA), a partire da una idea maturata giร nel 2019 nel ForumDD.
Lo studio verrร illustrato in Italia il prossimo 12 aprile alle 11:00 presso la Fondazione Basso di Roma durante un evento organizzato dal ForumDD sul tema decisivo di come fermare il processo di concentrazione della conoscenza, che รจ causa primaria delle gravi, accresciute disuguaglianze e ingiustizie.