Cospito. Le accuse di Donzelli alla sinistra: “Voglio sapere se sta con lo Stato o con i terroristi e la mafia“

AgenPress – “Cospito è un terrorista e lo rivendicava con orgoglio dal carcere. È un nuovo personaggio, un influencer che sta utilizzando per questo strumento. È uno strumento della mafia, non solo perché lo dice Cospito. Dai documenti che si trovano al Ministero della Giustizia, Francesco Di Maio del clan dei casalesi diceva, incontrando Cospito: ‘Pezzetto dopo pezzetto si arriverà al risultato’, che sarebbe l’abolizione del 41bis. Cospito rispondeva: ‘Dev’essere una lotta contro il 41bis, per me siamo tutti uguali’. Ma lo stesso giorno, il 12 gennaio 2023, mentre parlava con i mafiosi, Cospito incontrava anche i parlamentari Serracchiani, Verini, Lai e Orlando, che andavano a incoraggiarlo nella battaglia. Allora io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi e la mafia“.

E’ quanto ha detto il deputato Giovanni Donzelli , a proposito del 41-bis, attacca Cospito, definendolo ‘un influencer’ usato dalla mafia per convincere il Governo a togliere la misura del carcere duro.

La seduta è stata sospesa e il vicepresidente dell’Aula, Giorgio Mulè, ha convocato la riunione dei capigruppo. Incontro che poi è stato aggiornato senza sapere quando riprenderà. Quel che è certo è che non ci sono state scuse per l’accaduto. Ed è dura la replica della capogruppo dem Serracchiani: parole “di gravità assoluta, non soprassederemo politicamente e giudiziariamente”.

Nel frattempo, è intervenuto anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha escluso “in modo assoluto che vi sia un rapporto con esponenti parlamentari, non solo del Pd, ma di qualsiasi gruppo. E nella legge è scritto che i parlamentari hanno sempre il diritto di visitare i detenuti”.

“Abbiamo posto come prioritaria la soluzione della questione di stamani in Aula. Riteniamo debba essere il presidente della Camera ad intervenire” ha detto lasciando la conferenza dei capigruppo la coordinatrice dei deputati Pd, Debora Serracchiani, uno dei parlamentari accusati dall’esponente FdI. A questo proposito, Lorenzo Fontana sentirà sia l’interessato che il capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti. In seguito, il presidente di Montecitorio ha chiarito che non ci sarà nessun sindacato sulle parole pronunciate da Donzelli ma che serve “reciproco rispetto”. Fontana ha comunque istituito un Giurì d’onore per stabilire cosa è successo esattamente stamane in Aula.

Su questa vicenda “s’è espresso il capogruppo di Fratelli d’Italia, il responsabile dell’organizzazione, forse qualche iscritto non sarà d’accordo ma direi che il partito ha parlatoMeloni? Non le ho parlato, non la chiamo prima di intervenire, ma credo che non vada trascinata in un dibattito tutto parlamentare” ha detto Donzelli conversando con i cronisti in Transatlantico.

“Ci sono molte ragioni per cui l’onorevole Donzelli dovrebbe vergognarsi. Oggi ha infangato con accuse assurde l’unità che la politica dovrebbe avere sulla lotta alla mafia, disonorando la memoria dei nostri martiri. FdI fa peggio, Giorgia Meloni si scusi”. Questo il post su Twitter di Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Partito democratico. Dure anche le risposte di due parlamentari chiamati in causa, l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando e Walter Verini: il primo dice che “Donzelli ha reso pubblico un fatto che cambia il quadro, ha parlato di una saldatura tra movimento anarchico e organizzazioni criminali. Se è così, venga in aula il ministro dell’Interno a riferire e a spiegare se la strategia messa in campo per contrastare gli anarchici è funzionale a quanto ci ha detto oggi l’onorevole Donzelli”. Il secondo, invece, sceglie una risposta più pesante: “Donzelli ha usato parole delinquenziali, ha usato le parole come i fascisti il manganello”.

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