Coronavirus, Scandurra: “L’Italia val bene una messa”

Il giornalista e saggista riflette sulla potenziale ripresa dei riti religiosi nelle chiese italiane, confidando nel buonsenso dei Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana


Agenpress. “Finalmente, dopo settimane di battaglie e silenzio, un segnale di vita dai vescovi Cei in tema di Fase 2. Che, se pur timido, speriamo inauguri una controtendenza alla normalità anche in campo religioso che non può più aspettare”.

Lo afferma ad Agenpress nella sua opinione quotidiana Maurizio Scandurra.

“Nelle crisi strutturali cresce il bisogno di benessere, di cura del corpo e del sacro. Specialmente quando la negazione dell’ultimo saluto, dell’accostamento ai sacramenti anche in funzione aggregativa rischiano di accentuare le sofferenze, rivelando tratti di disumanità.

L’attenzione ai defunti, la celebrazione dei riti sepolcrali è stato uno dei passi che ha avviato i processi di civilizzazione dei popoli. Negare tutto ciò equivale a compiere un pericoloso salto all’indietro, lasciando campo aperto a tendenze, culti e modi per nulla edificanti quali invece quelli delle religioni tradizionali. Ecco perché, oggi a maggior ragione ancor più di ieri, l’Italia val bene una Messa”, conclude il giornalista e saggista.

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