Coronavirus. Brasile, ministro accusa la Cina, che reagisce con ritorsioni sulla vendita dei respiratori

Agenpress – La Camera di commercio Brasile-Cina ritiene che il nuovo attrito diplomatico tra i due Paesi possa influire sulla vendita di attrezzature ospedaliere necessarie al gigante sudamericano per affrontare la pandemia di coronavirus.

Le recenti tensioni provocate da persone dell’entourage del presidente Jair Bolsonaro rappresentano “ferite che possono portare a decisioni più serie da parte del governo cinese”, ha affermato Charles Andrew Tang, presidente della Camera del commercio e dell’industria Brasile-Cina.

Il governo federale brasiliano e alcuni governatori statali hanno chiesto alla Cina di vendere respiratori, maschere, guanti e altre forniture per lottare contro la malattia, che è già costata 553 vittime e oltre 12 mila infetti. Questa settimana, l’ambasciata cinese a Brasilia ha ripudiato le affermazioni “razziste” del ministro dell’Istruzione, Abraham Weintraub, che ha pubblicato un post ironizzando il colosso asiatico con personaggi dei cartoni animati. “In questa guerra contro il coronavirus il mondo intero dipende dalla Cina”, ha detto Tang in dichiarazioni pubblicate dal sito Uol.

Lo stesso Weintraub, ha dichiarato che si scuserà “in ginocchio” con la Cina se il Paese asiatico fornirà mille respiratori al Brasile al prezzo di costo. “Se vendono correttamente i mille respiratori, mi metterò in ginocchio davanti all’ambasciata, chiederò perdono e dirò che sono stato un imbecille”, ha detto Weintraub in un’intervista alla Radio Bandeirantes. “Sono disposto a umiliarmi per salvare la vita ai brasiliani”, ha aggiunto il ministro, che nega di essersi scusato con la Cina, ma di aver comunque rimosso il suo polemico post sui social che aveva scatenato la dura reazione dell’ambasciatore cinese.

Per Weintraub, il nuovo coronavirus è nato dalle abitudini alimentari dei cinesi, che avrebbero dovuto avvisare il mondo sull’intenzione di produrre respiratori, ma hanno preferito trarne profitto. Secondo il membro del governo di Jair Bolsonaro, la Cina ha 60.000 respiratori e sta mettendo all’asta l’attrezzatura.

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