Cina. Muore a 96 anni l’ex presidente Jiang Zemin. Controlli sui commenti social sulla sua morte

AgenPress – L’ex presidente cinese Jiang Zemin è scomparso a Shanghai all’età di 96 anni. Nato nel 1926 a Yangzhou nella provincia del Jiangsu, studiò ingegneria all’università di Nanchino allora occupata dai giapponesi, unendosi al PCC.

 Con la nascita della RPC, nei primi anni ’50 si reca in Urss dove lavora nell’industria automobilistica. Nel 1985 è sindaco di Shanghai. Dal 1993 al 2003 è il presidente della Repubblica Popolare Cinese e nel 2001 avvia l’apertura del Paese al commercio mondiale. Nel 2001 fa entrare la Cina nel Wto.

Jiang Zemin è stato il leader della Repubblica Popolare Cinese per due mandati, dal 1993 al 2003. Nella sua lunga carriera politica ha ricoperto varie importanti cariche, tra cui quella di sindaco di Shanghai (1985) e segretario generale del Partito Comunista Cinese (1989).

“Il nostro compagno Jiang Zemin è deceduto a causa di leucemia e di una plurima insufficienza di organi a Shanghai alle 12:13 del 30 novembre 2022, all’età di 96 anni”, ha reso noto un lungo annuncio della Cctv, ricordando come “il compagno Jiang Zemin è riconosciuto dal nostro partito, dal nostro esercito e dal popolo di tutte le etnie come un leader eccezionale di alto prestigio, un grande marxista, un grande rivoluzionario proletario, statista, stratega militare, diplomatico e un combattente comunista di lunga data”.

Durante i suoi mandati , Jiang Zemin si pose l’obiettivo di ripristinare la stabilità politica, messa a dura prova dalle manifestazioni e proteste studentesche e popolari del 1989, e di guidare la Cina fuori dall’isolamento mondiale.

Venne eletto Segretario generale del partito, dopo Zhao Ziyang, pochi giorni dopo gli eventi di piazza Tienanmen e pochi mesi più tardi divenne il Presidente della Commissione militare del partito. Due cariche che gli spianarono la strada come leader della ‘terza generazione’ del Pcc (dopo Mao Zedong e Deng Xiaoping).

Oltre mezzo milione di commenti hanno inondato il post della Cctv su Weibo all’annuncio della morte, con molti che si riferivano al defunto leader come ‘Nonno Jiang’, prima che la censura cominciasse a falcidiare le reazioni nell’attuale fase di proteste contro la politica della tolleranza zero al Covid. Anche questa volta però la creatività’ dei netizen ha avuto la meglio e alcuni utenti hanno usato la sua morte per sferrare colpi velati a Xi.

“Rospo (il nomignolo di Jiang legato soprattutto ai grandi occhiali, ndr), puoi portare via Winnie the Pooh?”, ha scritto un internauta, usando il soprannome con cui è indicato Xi. Altri sulla app WeChat hanno fatto dei collegamenti a canzoni cinesi, tra cui la popolare ‘Peccato che non sia tu’ (‘kexi bushi ni’), sempre riferito all’attuale leader. In un tweet Patricia Thornton dell’università di Oxford ha fatto riferimento alla morte di altri due ex leader del Pcc – il riformatore Hu Yaobang (avvenuta nel 1989) e il premier Zhou Enlai (nel 1976) – che si trasformarono in manifestazioni politiche studentesche: la scomparsa di Jiang “non può che suscitare riflessioni su alcune nette differenze tra il passato non così lontano e la realtà della vita nella Cina di Xi oggi”.

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