Cina. Giulio Terzi, “a Natale ricordiamo le donne in carcere e come Pechino silenzia gli stupri”

AgenPress – “Mentre sistemavo alcune carte, mi è ricapitato in mano un ritaglio di giornale di un paio di mesi fa, che avevo messo da parte, sdegnato, dopo averlo letto. Parla delle *donne vittime di stupri*, di chi le aiuta, e *di chi invece le discrimina* pur di mantenere una parvenza di “normalità”.
Così Giulio Terzi, ambasciatore, già Ministro degli Affari Esteri, Presidente del Global Committee for the Rule of Law. 
“La #Cina, come tutte le nazioni totalitariste (il Partito #Comunista è l’unico al potere dai tempi della rivoluzione, e nel Paese sorprendentemente non si sono mai celebrate elezioni) non ama certamente che si “lavino i panni in piazza”: nelle dittature, tutto non può che andare sempre per il verso giusto, c’è la piena occupazione (vera o presunta), i treni arrivano in orario, tutti sono lieti e felici, e non vi sono mai minoranze oppresse o cittadini insoddisfatti (ricordate l’#URSS del dopoguerra, o la #Germania nazista degli anni ’30? Il problema è che ora saremmo alle porte del 2022…).
Ad esempio, la tennista cinese campionessa di Wimbledon #Peng #Shuai è semplicemente *sparita*, e poi – scoppiato il caso a livello internazionale – riapparsa dopo giorni, dopo aver denunciato per violenza sessuale l’ex potentissimo Vice Premier #Zhang #Gaoli. Mentre tutti i mass-media del mondo si occupavano della questione (tranne, guarda caso, quelli cinesi) un portavoce del ministero degli Esteri, Zhao Lijian, si difese grossolanamente dicendo: “Non ho sentito nulla di questa vicenda, e comunque non è una questione diplomatica” (si, avete ragione, lo stile è proprio quello del romanzo “1984” di George Orwell…).
E come non ricordare anche il caso della giornalista Huang #Xuequin? Negli ultimi anni ha “commesso il crimine” di aver aiutato molte donne a denunciare violenze e stupri, e per questo è stata *punita* dalle autorità #cinesi: arrestata il 19 settembre scorso e *fatta sparire in carcere* senza assistenza legale, nessuno sa attualmente dove sia e in che condizioni si trovi.
Stessa fine per un’altra cinese, Wang #Jianbing, che riunì molte attiviste in un imponente campagna online per sollecitare le donne a prendere la parola in caso di violenze: anche lei *arrestata e sparita*.
Nella migliore delle ipotesi, le attiviste a difesa dei diritti delle donne *sono costantemente aggredite* sui Social dai troll digitali del Governo, che le etichettano ogni giorno come “puttane” e “pezzi di carta igienica” (non me ne vogliate, riporto letteralmente) e gli rendono la vita impossibile sottoponendole a continuo stalking e aggressioni online, o in alternativa (sempre stile Orwell…) tutti i loro canali Social vengono ad un certo punto bloccati e cancellati.
Per non parlare dell’esito di eventuali denunce: pratiche archiviate *senza alcun indagine*, o – le rare volte nelle quali si riesce ad arrivare in Tribunale – prove sempre “insufficienti”, contro-denunce intimidatorie per “diffamazione” (da parte degli stupratori!) e via discorrendo, perché si sa, nel “paradiso” della Cina continentale le violenze verso le donne semplicemente non esistono…
Concludo: si possono avere molte e differenti visioni politiche, culturali, della struttura dello Stato…ma quando l’arroganza di alcuni si spinge fino a “violentare” ulteriormente donne che hanno già patito l’inferno, si è semplicemente ignobili, e – soprattutto – si è dalla parte sbagliata della storia…
Per tentare di arginare questa *vergogna*, e riportare alla ragionevolezza il governo cinese, non abbiamo molte armi: io ci sto mettendo tutto il mio impegno di Diplomatico, voi aiutatemi con il passaparola, *veicolando il messaggio con amici e parenti durante queste imminenti festività* (ed anche successivamente ad esse) parlandone a tavola, e aumentando la consapevolezza di quanti più cittadini (e politici) possibili affinché non si spengano le luci su queste *angoscianti vicende*…”.
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