Cdm Cutro. Via libera al decreto. Stretta sui scafisti. “Abbiamo verificato che il sistema abbia funzionato”

AgenPress – Via libera all’unanimità, dal Consiglio dei ministri riunito a Cutro, al decreto contenente la stretta sugli scafisti e nuove norme sul flussi migratori.

Si introduce una nuova fattispecie di reato per chi provoca la morte o lesioni gravi per il traffico di persone che prevede una pena fino a 30 anni di reclusione”, afferma la premier Giorgia Meloni dopo il Consiglio dei Ministri.

Ecco i punti principali della bozza che sarà oggi esaminata dal consiglio dei ministri in materia di migrazioni:
* Pene più dure per gli scafisti: 16 anni per chi favorisce gli ingressi, fino a 30 in caso di morti
* Impiego di navi militari per il pattugliamento delle aree di competenza italiane
* Potenziamento dei centri di permanenza dei migranti
* Norme più snelle per la concessione di nulla osta per il lavoro ai migranti

Dal prossimo Consiglio europeo devono uscire “atti concreti” sulla questione migratoria.

“Abbiamo voluto celebrare questo consiglio dei ministri qui a Cutro perché all’indomani della tragedia volevamo dare un segnale simbolico e concreto”.

“Questo provvedimento  è un punto di passaggio per affrontare la materia migratoria, che è estremamente complessa: quello che sta accadendo intorno a noi, in Ucraina, Iran con il terremoto in Turchia ci coinvolge, noi ci lavoriamo a 360 gradi e tutti i livelli e va affrontata a livello internazionale. Lo stiamo facendo a livello bilaterale ma soprattutto il tema europeo diventa ancora più centrale. Dopo la tragedia ho scritto una lettera alle istituzioni europee – dopo un Consiglio europeo che ha segnato un importante cambio di passo che rivendico – per chiedere azioni concrete immediate. Servono risposte europee a 360 gradi perchè l’Italia non può affrontare da sola la questione. La risposta di Ursula von der Leyen conferma il cambio di passo e il fatto che le istanze italiane sono considerate istanze centrali ma per noi è fondamentale che dal prossimo Consiglio europeo ci siano atti concreti”.

“In Italia non conviene entrare illegalmente. Ripristiniamo il decreto flussi”. Nel decreto varato dal Cdm a Cutro vi sono “norme per la semplificazione delle procedure di espulsione, per il potenziamento dei Cpr, norme per interventi nei casi di gestione opaca dei centri per migranti”. Inoltre “viene nuovamente ristretta la  protezione speciale la cui fatti specie era stata allargata a dismisura, ma l’intento  del governo è abolirla e sostituire con una normativa che corrisponde alla normativa europea di riferimento”.

“Mi sorprende che le stesse persone che se la prendono con il governo, e  ringrazio il ministro Piantedosi per quello ha detto e fatto, non spendono una parola  contro trafficanti che chiedono fino a 9 mila euro e hanno lasciato abbandonati i  migranti. È la ragione per cui abbiamo varato questo decreto la cui norma principale riguarda proprio le pene e i reati per il traffico di migranti, e l’introduzione di una  nuova fattispecie, relativa alla morte o lesioni gravi che prevede una pena fino a 30  anni di reclusione, anche se commessa fuori dai confini internazionali”.

“Abbiamo fatto tutte le verifiche per capire se tutto è andato per il giusto verso” nei soccorsi “perché può succedere” che qualcosa non funzioni, “ma non è questo il caso”.

“La segnalazione di Frontex dell’imbarcazione che si avvicinava alle coste italiane è delle 22.36 di sabato, il naufragio c’è stato quasi all’alba di domenica: è un caso molto particolare quello di Cutro e se qualcuno dice che c’è stata volontà delle istituzioni di girarsi dall’altra parte, questo è grave”. Giorgia Meloni, in un lungo  botta e risposta con i cronisti durante la conferenza stampa al termine del cdm, respinge con forza qualsiasi ricostruzione giornalistica che fa riferimento a mancanze del governo o alla volontà di non intervenire mentre accadeva il naufragio dell’imbarcazione piena di migranti. La premier spiega tutti i passaggi di quella notte, a partire dalla segnalazione di Frontex, “avvenuta molte ore prima del disastro, mentre il barcone era in piena navigazione. Il disastro è avvenuto quindi all’alba, a pochi metri dalla costa,  mentre gli scafisti stavano attendendo il momento opportuno per lo sbarco senza farsi scoprire dalle autorità. Il resto  sono illazioni e ragionamenti che non accetto”.

“Qualcuno ritiene che le autorità italiane non abbiano fatto qualcosa che potevano fare?”, ha detto Meloni, tornando sulle polemiche dei giorni scorsi. “In questo momento ci sono 20 imbarcazioni che qualcuno sta soccorrendo in acque italiane. Voi parlate, giustamente, di un caso in cui non siamo riusciti: ma nessuno si occupa degli altri. Se qualcuno dice o lascia intendere che le istituzioni si girano dall’altra parte, è molto grave non per me o per il governo, ma per la nazione che rappresento. E non accetto queste ricostruzioni”.

“Credo ci sia una strumentalità nel tentativo di dimostrare che l’Italia non ha fatto qualcosa che poteva fare” per salvare i migranti e questo «non è un bel messaggio che mandiamo fuori dall’Italia. Non abbiamo potuto fare di più di quanto fatto e abbiamo visto una tragedia: abbiamo sempre fatto tutto ciò che potevamo fare. Abbiamo fatto tutte le verifiche per capire se tutto è andato per il giusto verso nei soccorsi perché può succedere che qualcosa non funzioni, ma non è questo il caso”.

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