Caso Pamela Mastropietro. Avvocato: “Non ci aspettavamo la possibile riduzione della pena”

AgenPress. Marco Valerio Verni, legale della famiglia Mastropietro, è intervenuto nella trasmissione “Prisma”, condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli su Cusano Italia Tv.

Sulla possibile riduzione della pena per Innocent Oseghale.

“Non ci aspettavamo la possibile riduzione della pena. Anziché andare avanti e cercare i possibili complici che siamo convinti fossero con Oseghale durante l’omicidio di Pamela, si torna indietro. Già due gradi di giudizio avevano stabilito la sussistenza della violenza sessuale. Tutto questo non fa che aumentare lo strazio dei genitori di Pamela che ancora non trovano una pace, e ha spinto sua madre a chiedere di essere ricevuta dalle istituzioni, non per richiedere un intervento sul processo, ma perchè venga svolta un’indagine presso tutte le sedi competenti per valutare se in questa vicenda sia stato fatto tutto quello che si poteva fare e nel modo più corretto”.

Sui complici di Oseghale.

“Siamo convinti che Oseghale non fosse da solo quando Pamela è stata uccisa e che possa far parte di un’organizzazione criminale, sebbene non per forza mafiosa. Un dato emerso durante il processo ma poco pubblicizzato dalla stampa è questo: quello svolto su Pamela è stato un lavoro certosino a livello chirurgico, e questo può lasciar supporre che Oseghale non fosse da solo. Tuttavia, questo è un dato finora non acclarato dalle sentenze del processo, sebbene la sentenza di primo grado lasciasse aperta questa possibilità. Se Oseghale venisse condannato all’ergastolo potrebbe avere quel cedimento o ravvedimento che lo potrebbe portare a confessare l’eventuale correità di altre persone”.

Pamela vittima di un chiaro contesto di violenza.

“Quel 30 gennaio Pamela è stata vittima di un chiaro contesto di violenza. La patologia psichiatrica di cui soffriva, unita al consumo di eroina l’aveva posta in uno stato di vulnerabilità, di cui Oseghale era consapevole. Un dato acclarato in sentenza definitiva è che Pamela è stata, oltre che violentata, anche uccisa con due coltellata, disarticolata, decapitata, scuoiata, esanguata, asportata degli organi interni, lavata con la candeggina anche nelle sue parti intime, messa in due trolley e lasciata sul ciglio della strada. Come si fa a pensare che un soggetto che ha compiuto tutto ciò non possa esser colpevole di violenza sessuale?”

Sulla sua reazione alla possibile riduzione di pena in quanto zio di Pamela.

“Lo sforzo che ho fatto in questi anni è stato quello di rimanere freddo di fronte a questa vicenda, nonostante il dolore immenso. Dopo la notizia del ritrovamento di Pamela, giurai di farle giustizia e lo feci mostrando una foto in cui la tenevo in braccio il giorno del suo battesimo, io che ero il suo padrino. Essere suo zio mi ha dato anche la forza e quella motivazione in più per fare quel passo in più che magari mette a rischio anche la tua professione ma che, magari, un normale avvocato non avrebbe fatto. Da zio, ho provato amarezza e sconforto, ma siamo una famiglia forte, cresciuta con determinati valori e continuiamo a credere nella giustizia. Stiamo facendo questo con tutte le nostre forze per Pamela ma anche perché una cosa simile non accada ad altre persone, non auguriamo a nessuno di provare quello che hanno sofferto i suoi genitori”.

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