Caso (M5S): “Noi siamo dell’idea di aumentare a tutti i docenti gli stipendi”

AgenPress. Antonio Caso, deputato M5S, è intervenuto alla trasmissione “Nautilus” condotta da Vanessa Piccioni e Francesco Fratta in onda su Cusano News 7.

Sull’autonomia territoriale dal punto di vista scolastico. “Da parte nostra questa decisione è stata contrastata. Il PNRR parla di un’organizzazione ma non in questa direzione. Il PNRR dice che bisogna ragionare visto il calo delle natalità bisogna ridurre gli alunni per classe e così migliorare la didattica. Nella prova dei fatti nel governo Conte si era andati nella direzione opposta. Anche perché il rischio è che l’effetto si vedrà al sud, nei territori più deboli. Si darebbe una marcia in più per spostare le persone dal sud verso il nord. Bisogna mirare ad una coesione del Paese, non una spaccatura.

Creare differenze nette non è la soluzione, se dico che devo dare incentivi dove la vita è più cara è quello che faccio: creo disparità. Parliamo di un Paese diviso, noi siamo dell’idea di aumentare a tutti i docenti gli stipendi. Bisogna ragionare su progetti specifici, andando lì dove c’è bisogno indipendentemente dalla regione. Se si porta avanti il discorso dell’autonomia differenziata si crea un’Italia frammentata”.

Succederà che istituti anche a chilometri di distanza dovranno condividere un dirigente. Ora abbiamo un preside che già ha difficoltà, figurarsi con più istituti. Non è un vantaggio. Il mio suggerimento è quello di smetterla con alcuni slogan e bisognerebbe che tutte le forze politiche si mettano ad un tavolo per ragionare sul futuro della scuola. È un problema che ogni governo intervenga con piccole modifiche: bisogna ragionare insieme sulla scuola”.

In merito all’aggressione a Firenze. “Purtroppo a seguito a quanto successo fuori dal liceo Michelangelo di Firenze non è seguita una condanna da parte del Ministro. Degli studenti fascisti, di Azione, hanno pestato dei ragazzi e la dirigente non ha fatto altro che ricordare che il fascismo è condannato da tutti. Non condivido l’idea del ministro che bene o male forse non direttamente ma parlava di umiliazione pubblica. Io penso che dietro a un bullo ci siano dei problemi e quindi quello che è necessario è anche un supporto psicologico. Se avessimo delle classi da 20 alunni, tutto sarebbe più facile e il fenomeno del bullismo sarebbe più facile da affrontare. Non c’è solo il problema dei bulli ma anche dei suicidi nelle università”. 

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie