Caso Cospito, Rosato (IV): “Non si danno certe informazioni riservate per usarle come clava politica”

AgenPress. Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Sul caso Cospito e le informazioni diffuse da Donzelli e Delmastro.

“Se il ministro Nordio fosse stato convinto che quelle informazioni si potevano dare le avrebbe date perché non erano riservate, invece Nordio non l’ha fatto -ha affermato Rosato-. Inoltre, ci sono indagini sul tema degli anarchici e delle loro connessioni con la criminalità organizzata.

In aula o comunque in pubblico non si danno queste notizie, perché il senso dello Stato viene prima della polemica politica. Se qualcuno ha pensato invece di metterle a disposizione per il dibattito politico se ne assume le responsabilità. La verità, stando alle parole del ministro Nordio, si saprà quando l’attività istruttoria sarà completata. Il parlamentare può venire a conoscenza di informazioni riservate, ma senza usarle come clava politica.

Eventuali connivenze tra anarchici e mafiosi sono informazioni talmente delicate che tu non devi usarle a prescindere. E’ capitato anche a me di fare il sottosegretario di Stato, ero a conoscenza di tante cose, ma si trattava di una funzione di pubblico ufficiale oltre che politica e per questo sono tenuto alla tutela delle informazioni riservate. Io sono convinto che non si potessero dire quelle cose. Delmastro a mio giudizio ha fatto un gravissimo errore”.

Sul 41 bis.

“Renzi ha detto che il 41 bis è stata una vittoria dello Stato e della società civile. E’ stata una legge approvata dal Parlamento in un momento difficile del Paese. E’ una legge che noi difendiamo fino in fondo. Per questo il dibattito che si genera sulla sua applicazione è completamente sbagliato.

Il 41 bis è uno strumento a disposizione della magistratura, che va applicato con delle precise regole. Noi siamo per la difesa di questo strumento, dopodiché considero legittimo che ci sia qualcuno che lo contesti questo strumento, ma è inaccettabile che chi contesta questo strumento venga tacciato di essere un mafioso o un terrorista. Io penso che le visite in carcere, come ha ricordato il presidente Mattarella, da parte dei parlamentari siano un fatto normale, dovuto.

Accusare chi fa queste visite di essere connivente con il detenuto di turno è assolutamente inaccettabile, fa parte del dovere di controllare le condizioni dei detenuti, lo stato del carcere, ecc… Alzare il livello dello scontro come ha fatto Donzelli in aula lo trovo inaccettabile”.

 

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