Caso Bergamini, Cavallaro (scrittrice): “Il processo è indirizzato. La giustizia deve dire chi ha ucciso Denis. Si tratta di almeno due persone”

AgenPress. Rita Cavallaro, scrittrice e giornalista, è intervenuta nella trasmissione “Prisma” condotta da Cinzia Santangeli e Andrea Mollas in onda su Cusano Italia Tv

Si diceva che il corpo di Denis sia stato trascinato per sessanta metri.

“Esatto. Il corpo però quella sera parlava direttamente: non aveva alcun segno in viso o segni di trascinamento. Era chiaro che non potesse essere stato investito da un camion”

Lui era un calciatore del Cosenza che stava arrivando in Serie A. Non aveva nemmeno 27 anni. Come sono andate le cose?

“Denis è stato ucciso. Pima è stato asfissiato con una busta di plastica in faccia e il camion lo ha sormontato con moto lento. L’unica ferita grave era da schiacciamento del camion, nient’altro”

Lui poi aveva iniziato un’altra relazione, rispetto a quella con Isabella.

“E’ stato quello un errore. È diventata una questione d’onore. Si è innestata una cartina fumogena che ha coperto i responsabili e allontanato dalla verità, chiudendo il caso. Trovare per forza un colpevole 34 anni dopo non è la strada giusta. Bisogna trovare un quadro più ampio. Isabella era accusata con altri, nel momento in cui finisce a processo soltanto lei, il concorso dov’è? C’è una falsa testimonianza, quella si può dire. Noi non conosciamo il perché Isabella ha continuato a dire che quello fosse stato suicidio”

Proviamo a ricostruire: un giorno Denis riceve una chiamata e sbianca.

“Lui era minacciato da qualcuno, era sotto scacco di persone che lo stavano convincendo a sposare Isabella. Lei aveva un carattere particolare, molto possessivo. C’erano in gioco molte persone che lo volevano far tornare con Isabella. Ma questa presa di posizione lo ha portato al suo tragico destino. Probabilmente la sera del suo omicidio quella persona non voleva neanche ucciderlo, ma era l’ennesima prova di convincimento. I RIS dicono che era esamine, in fin di vita, prima di essere schiacciato dal camion. La difesa infatti gioca su questo, su quei pochi minuti. Come ci sono testimonianze instradate, ce ne sono di interessanti. Come un camionista che aveva visto una ragazza, dice simile a Isabella, che piangeva vicino al suo corpo mentre veniva portata via”

Quindi secondo te il processo è indirizzato?

“Sì, è indirizzato. La giustizia deve dire chi ha ucciso Denis. Si tratta di almeno due persone. Certo la posizione di Raffaele Pisano, il camionista, dice che se lo è trovato davanti. Lui dice la stessa cosa di Isabella: ovvero che Denis si è buttato sotto il camion. L’errore strutturale è che già i verbali di quella sera sono verbali che si contrappongono uno all’altro: una volta la macchina è parcheggiata in un modo, ora in un altro. Viene fatta una cartina fumogena che ha reso inutilizzabili le risultanze tecniche. Quello che resta sono le testimonianze”

I punti interrogativi rimarranno tali?

“Sì, rimarranno punti interrogativi. Prima c’erano cinque imputati ma le prove non hanno retto. Tante volte ci sono processi mediatici e si arriva a una condanna in base all’onda collettiva”

Potrebbe esserci il colpo di scena da parte della difesa?

“Io non penso. Devono esserci delle prove così schiaccianti che se non sono state trovate in 34 anni d’indagine dubito si possano trovare adesso”

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