Attivista pro democrazia di Hong Kong trascinato nel consolato cinese di Manchester e picchiato

AgenPress  –  Un manifestante pro-democrazia di Hong Kong è stato trascinato nel consolato cinese a Manchester domenica e picchiato.

Uomini non identificati sono usciti dal consolato e hanno costretto un uomo all’interno del complesso prima che fuggisse con l’aiuto della polizia e di altri manifestanti. “Mi hanno trascinato dentro, mi hanno picchiato”.

Il governo del Regno Unito ha definito i rapporti “estremamente preoccupanti”. Il consolato afferma che i manifestanti hanno mostrato un ritratto offensivo del presidente cinese.

Il ministero degli Esteri ha affermato che cerca urgentemente chiarezza sull’incidente. La polizia della Greater Manchester ha avviato un’indagine.

Parlando dopo l’incidente, il manifestante, chiamato Bob, ha detto  che i “continentali” – persone dalla Cina continentale, al contrario di Hong Kong – erano usciti dal consolato e avevano distrutto i loro manifesti.

“Mentre cercavamo di fermarli, mi hanno trascinato dentro, mi hanno picchiato”, ha detto, aggiungendo che è stato poi tirato fuori dalla polizia del Regno Unito.

Un video amatoriale diffuso oggi su media mostra le immagini del giovane aggredito da uomini a volto coperto, presumibilmente addetti alla sicurezza della sede diplomatica, sotto gli occhi del console stesso, ripreso all’interno del cortile: fino a essere preso a pugni e calci e gettato per terra, prima di venire sottratto alle percosse da alcuni agenti di polizia britannici. Si vedono inoltre gli stessi addetti strappare bandiere e cartelli ai dimostranti per poi scalciarle e calpestarle.

Immediate le reazioni oltraggiate e bipartisan del mondo politico di Londra. La neo presidente della commissione Esteri della Camera dei Comuni, Alicia Kearns, ha chiesto alla ministra dell’Interno, Suella Braverman, e a quello degli Esteri, James Cleverly, d’investigare e prendere posizione pubblicamente.

La protesta pro democrazia era stata promossa in contemporanea con l’inaugurazione a Pechino del congresso del Partito Comunista, destinato a rafforzare la leadership del presidente Xi Jinping dopo la stretta dei mesi scorsi su Hong Kong. Dal mondo politico britannico sono arrivate reazioni oltraggiate, oltre che bipartisan, a partire da quella di Iain Duncan Smith, influente deputato della maggioranza Tory, ex leader del partito e capofila dei sostenitori del pugno di ferro contro Cina e Russia a Westminster: ha diffuso un tweet di fuoco in cui ha rinfacciato al “regime comunista” cinese di non avere alcun diritto d’importare “i suoi metodi nelle strade britanniche, picchiando i manifestanti e negando la libertà di parola”.

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