Astorre (PD): “Stati generali utili se si tradurranno in proposte concrete”

Agenpress. Bruno Astorre, senatore del Pd e segretario del PD nel Lazio, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

Sugli Stati generali dell’economia. “Possono essere utili se si tradurranno in proposte concrete –ha affermato Astorre-. Al di là dell’ascolto delle istituzioni europee e delle parti sociali, credo che ci voglia un’idea forte di rilancio. Chiudere tutto ha salvato il Paese dalla pandemia, ora dobbiamo salvarci da un pericolo altrettanto grave che è la pandemia economica. Salvini vuole incontri in sedi istituzionali? Meglio Villa Pamphili che il Papeete. Non mi pare il caso che a criticare sia chi il programma elettorale lo faceva in spiaggia”.

Sul Dl semplificazioni. “Credo che la cosa più importante sarà il decreto che spero che vareremo a giugno, ovvero il decreto semplificazioni. Se le cifre stanziate non arrivano ai cittadini in tempo rischiano di essere tutto vanificato. Credo che il lavoro in remoto di tanti impiegati pubblici non aiuti lo snellimento delle pratiche. La rivoluzione culturale vera è quella di spostare tutta la parte amministrativa-burocratica nel tema del controllo e della vigilanza, non dell’autorizzazione. Si parte dall’autocertificazione: ti do i soldi, poi ti controllo e ti faccio veramente il culo a strisce se imbrogli. Serve anche una coscienza nazionale, bisogna capire che se io rubo allo Stato rubo a tutti. Invece noi abbiamo l’idea che se io rubo mi faccio i cavoli miei, perché tanto non sono cavoli di tutti. Può essere questa l’occasione, proprio perché siamo a pezzi, per dare una sterzata e togliersi la palla al piede della macchina burocratica-amministrativa che soffoca il Paese. Vanno tradotti immediatamente gli annunci e gli stanziamenti in liquidità”.

Sull’alleanza Pd-M5S. “E’ allucinante che si possa governare insieme a livello nazionale e poi a livello locale, dove ci sono le condizioni, non si possa fare la stessa coalizione. A Roma con la Raggi non è possibile, ma dove è possibile se non lo fai significa farsi male da soli. E’ impensabile che a governo nazionali stai insieme, trovi mediazioni e approvi provvedimenti, ma poi non traduci questo in alleanza organica. I 5 Stelle non starebbero mai con De Luca, noi non staremo mai con la Raggi per il disastro che ha combinato a Roma, ma nelle Marche e in Liguria si deve fare. Questo rischia anche di rendere il fiato corto al governo”.

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