Appendino (M5S): “Sul reddito di cittadinanza il centrodestra non sa di cosa parla”

Un Paese che fa la guerra a lavoratori fragili e aiuta chi sta bene non è dignitoso


AgenPress. Chiara Appendino, deputata del M5S, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente.

Sul reddito di cittadinanza.

“Il reddito riguarda circa 3 milioni di percettori, di cui 2 milioni sono persone inabili al lavoro: fragili, anziani, persone che non possono lavorare. Il centrodestra ha deciso di fare la guerra a quel milione di percettori di reddito che sono abili al lavoro. Queste sono persone che in parte lavorano, ma hanno un reddito talmente basso che non arrivano a fine mese. L’altra parte non lavora, ma parliamo di persone over 50 con un titolo di studio che al 70% non va oltre la terza media. Il centrodestra non sa di cosa sta parlando. La domanda che ci dobbiamo fare è: in un momento di crisi come questo, togliamo il reddito alle persone che hanno la colpa di non riuscire a trovare lavoro? Non è che se qualcuno usa lo strumento in modo sbagliato allora eliminiamo lo strumento. Tutti gli studi dimostrano che non c’è nessuna correlazione tra l’introduzione del reddito di cittadinanza e l’aumento del lavoro nero. Bisogna ragionare sulla congruità dell’offerta di lavoro. Non credo alla narrazione che i giovani non hanno voglia di lavorare, il tema è il tipo di offerta di lavoro che gli andiamo a proporre. Il centrodestra non si rende conto che ci sono tanti giovani che studiano e lavorano per potersi pagare gli studi. Io non condivido questa narrazione, mi sembra non coerente rispetto alle capacità dei nostri giovani”.

Paese non dignitoso.

“Io credo che un Paese che ad agosto lascerà per strada persone occupabili, tendenzialmente fragili, perché non trovano lavoro è un Paese che se la prende con chi è più fragile e aiuta chi non è fragile e penso all’aumento del tetto del contante. Un Paese così non è dignitoso. Noi faremo la nostra battaglia in Parlamento e spero ci sia una mobilitazione di tutto il Paese”.

Sulla manovra e le donne.

“L’Italia non è un Paese per donne. Onestamente mi sembra peggiorativa per le donne, ad esempio sulle pensioni: opzione donna non è stata prorogata esattamente com’era prima, ora dipende da quanti figli hai. Mi sembra una misura punitiva nei confronti delle donne che non hanno voluto o potuto avere figli”.

 

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