Antoci (pres. Fondazione Caponnetto): “Se vogliamo continuare la lotta alla mafia il 41 bis non va neanche sfiorato”

AgenPress. Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco regionale dei Nebrodi, in Sicilia e presidente onorario della fondazione anti mafia ‘Antonino Caponnetto’, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi e Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.

Riguardo al dibattito sul 41 bis.

“Il tema del 41 bis è serissimo e bisogna usare la massima cautela -ha affermato Antoci-. E’ stato il grimaldello nella storia della lotta alla mafia per portare alla collaborazione decine di criminali e di mafiosi. E poi è uno strumento per il quale si è lasciato il sangue, ci sono persone che hanno perso la vita per aver voluto tutto questo. In questo momento il dibattito al quale stiamo assistendo deve portare ad una considerazione. Le scelte su questi temi le fa la Magistratura. Decidere se una persona è realmente pericolosa da meritare il 41 bis spetta alla magistratura. Sul 41 bis dobbiamo mettere i puntini sulle i su quello che è accaduto in Europa.

Non siamo stati in grado di spiegare all’Europa che nel nostro Paese c’è un vincolo associativo e dal vincolo associativo i mafiosi escono o collaboratori o morti. Se non si capisce fino in fondo perché è nato il 41 bis, allora noi abbiamo perso completamente il riferimento della vicenda. Se vogliamo continuare la lotta alla mafia, il 41 bis non è che non va toccato, non va neanche sfiorato”.

Sul caso Cospito.

“Non è la prima volta che parlamentari vanno a trovare dei detenuti. Intanto vanno verificate le cose che abbiamo letto e sentito. Noi ci dobbiamo chiedere se questa battaglia è legata a una persona o è una battaglia più allargata? I benefici a chi servono? Servono solo a Cospito, oppure attraverso Cospito servono ad allentare il regime per tutti? E’ un grimaldello questa cosa? Bisogna fare attenzione”.

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