Aldo Moro. L’ANCRI ricorda lo statista, il suo rapimento e gli agenti di scorta uccisi

Il prefetto Tagliente ricorda il rapimento di Aldo Moro, gli agenti di scorta uccisi dalle brigate rosse, gli anni di piombo e il clima che vivevano i poliziotti impegnati in quegli anni a combattere il terrorismo


AgenPress. E’ stata Taranto quest’anno a celebrare l’anniversario di una delle pagine più cupe della storia italiana: il sequestro in Via Mario Fani di Aldo Moro con lo sterminio dei cinque servitori dello Stato di scorta: Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera e Francesco Zizzi.

Il ricordo della sua permanenza a Taranto e il pensiero politico e istituzionale dello statista è stato organizzato dalla Sezione tarantina dall’Associazione Nazionale Insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (ANCRI) presso la sede del  Dipartimento Jionico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. L’evento si inserisce nell’ambito delle celebrazioni ANCRI della “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”

L’evento celebrativo  organizzato dalla presidente della sezione tarantina dell’ANCRI con il suo delegato territoriale ai rapporti istituzionale vice prefetto Paolo Gentilucci,, che ha moderato i lavori,  ha preso il via con il Canto degli italiani intonato da Baritono Antonio Stragapede. Presenti, tra gli altri, gli studenti dell’Università e una rappresentanza del Liceo Archita, nel quale Aldo Moro conseguì  la maturità.

Dopo i saluti istituzionali del Prefetto di Taranto Antonio Demetrio, del Direttore del Dipartimento Paolo Pardolesi, del Presidente Provinciale dell’ANCRI Angelo Centanni e dell’Assessore alla Pubblica Istruzione Maria Luppino, sono intervenuti il Prof. Vittorio De Marco, il Prof. Domenico Maria Amalfitano, il Prof Lino Pisicchio e la prof.ssa Pamela Martino

Nel coso della mattinata è intervenuta da remoto la figlia primogenita dello statista On. Maria Pia Moro.

I lavori sono stati conclusi con una riflessione Prefetto tarantino Francesco Tagliente, Cavaliere di Gran Croce, Delegato nazionale ANCRI ai rapporti istituzionali.

“Le giornate celebrative nazionali – ha detto Tagliente – rappresentano anche la grande occasione per rafforzare il senso civico e promuovere una riflessione sui principi e i valori fondanti della Repubblica”

Una data, quella del 16 marzo 1978 che il Prefetto Tagliente ricorda bene. Dirigeva il terzo Nucleo della Squadra Volante.

“Era il periodo del terrorismo e della criminalità agguerrita, vigliacca e sanguinaria – ricorda Tagliente – Non era facile fare servizio in quegli anni cruciali. Nel corso degli interventi la tensione era sempre altissima e l’adrenalina andava a mille. Le volanti erano frequentemente sollecitate e impegnate in spericolati inseguimenti. Ci lanciavano contro anche bottiglie incendiarie, bombe a mano e granate. In quegli anni aumentarono gli attentati con agguati, gambizzazioni e uccisioni. Nella società si generò un clima di pericolo, di insicurezza e di paura, anche perché venivano colpiti pure singoli cittadini, rappresentanti della società civile giornalisti, uomini politici, della magistratura, del mondo carcerario e delle forze dell’ordine e dirigenti degli altri apparati dello Stato.”

Lo scorso anno la celebrazione dell’Anniversario del rapimento fu organizzato dal presidente nazionale dell’ANCRI Tommaso Bove e dal prefetto Tagliente a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, alla presenza dell’allora prefetto di Roma  Matteo Piantedosi.

Advertising

Potrebbe Interessarti

Ultime Notizie