Afghanistan. Giuseppe Conte apre al dialogo “serrato” con i talebani. Si sono dimostrati distensivi

AgenPress – “Dobbiamo coltivare un serrato dialogo con il nuovo regime che appare, almeno a parole su un atteggiamento abbastanza distensivo, ma per farlo la comunità internazionale non deve commettere errori fatti in altri dossier: Cina e Russia devono sedersi al tavolo e poi c’è il Pakistan che ha un ruolo importante. Non va assunto un atteggiamento arrogante, l’Occidente deve coinvolgere tutti per mantenere uno stretto dialogo con i taleban: questo è lo strumento più efficace per proteggere il lavoro fatto in questi 20 anni, i risultati raggiunti e garantire sicurezza alle persone che sono lì. Sono risultati che vanno tenuti con le unghie e con i denti e con tutti i mezzi possibili”.

Così il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, parlando con i cronisti a Salerno. “Non bastano il commercio di oppio e le miniere minerali – aggiunge – serve una rete per la quale occorrono sostegni finanziari ed economici e il know how delle Ong”.

“In questo momento è prioritario, non solo per l’Italia ma per tutta la comunità internazionale, creare corridoi umanitari per mettere in sicurezza chi è in pericolo. C’è il dovere morale di farlo nei confronti delle persone che hanno lavorato con l’occidente. Quelle persone che si sono esposte vanno messe in sicurezza subito”.

“Bisogna che tutta la comunità internazionale, non solo l’Italia o solo l’Unione europea, ma insieme agli Stati Uniti, coinvolgendo anche Russia, Cina, Paesi limitrofi come il Pakistan, alimenti un dialogo serrato con il nuovo emirato islamico e con i talebani per costringerli, incalzarli sul rispetto diritti umani“, spiega ancora Conte parlando con i cronisti a Salerno.

“Quanto fatto in 20 anni per la scolarizzazione e l’aspettativa di vita delle donne – aggiunge – è un patrimonio che non possiamo disperdere. L’unico modo per farlo è stare addosso ai talebani, condizionare tutti gli aiuti di cui hanno bisogno a questi obiettivi: il rispetto dei diritti civili e umani fondamentali”.

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