Afghanistan. Di Maio. “Valutiamo presenza congiunta a Kabul con altri partner”

Agenpress – “L’Italia sta lavorando perché in Afghanistan non vengano cancellati i progressi faticosamente raggiunti in 20 anni, soprattutto per le donne”, così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, nella sua informativa al Senato sulla situazione in Afghanistan. “Quanto sta accadendo ci chiama in causa come donne e uomini”, ha detto.

“Le immagini strazianti dei profughi e le aspettative di pace e sviluppo di un intero popolo ribaltate in pochi giorni non possono lasciarci indifferenti. Vogliamo rimanere al fianco del popolo afghano”.

“Le infrastrutture sono cruciali per lo  sviluppo. Ma quanto si è andato formando nelle menti e nei cuori degli afghani lo è ancora di più. Ed è più difficile da smantellare. La società afghana ha oggi raggiunto un livello di connessione che rende impensabile tornare a una situazione di chiusura e isolamento analoga a quella di un ventennio fa”.

“Il Paese non può e non deve tornare a essere un rifugio sicuro per i terroristi. Dobbiamo stringere alleanze e coinvolgere tutti gli attori, specie quelli della regione, che condividono questa stessa preoccupazione, oltre a Russia e Cina”, ha detto ancora  ribadendo che “gli attacchi del 26 agosto all’aeroporto internazionale di Kabul – con il loro pesante bilancio di vittime e feriti -testimoniano come il terrorismo rappresenti una minaccia concreta e immediata. Oltre all’Isis Khorasan, che ha rivendicato gli attacchi, nel Paese operano gruppi estremisti affiliati ad Al Qaeda, con cui i talebani mantengono talvolta un approccio ambiguo”.

“Con i Paesi dell’area e con i nostri partner che hanno già dislocato in Qatar i propri punti di rappresentanza competenti per l’Afghanistan, stiamo riflettendo sulla creazione di una presenza congiunta in Afghanistan – un nucleo formato da funzionari di più Paesi sotto l’ombrello dell’Unione Europea o, eventualmente, delle Nazioni Unite – con funzioni prevalentemente consolari e che serva da punto di contatto immediato. Si tratterebbe di una soluzione innovativa, per la quale sarà necessario un efficace coordinamento preventivo”, ha detto il ministro che ha spiegato di aver già discusso del trasferimento dell’ambasciata a Doha “con il mio omologo qatarino, che ha confermato massima collaborazione”.

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