Crolla la diffusa percezione che ad affollare in modo ingiustificato i PS siano gli anziani. Solo nel 10% dei casi si registrano accessi appropriati tra i giovani adulti, contro il 40% degli anziani
AgenPress. Il sovraffollamento in Pronto Soccorso (PS) rappresenta forse il problema per eccellenza della sanitĆ italiana. Oltre ad essere causa di disagi e di reclami da parte degli utenti, ĆØ riconosciuto dalle societĆ scientifiche come importante fattore di incremento del rischio clinico e di complicanze.
Da un nuovo studio italiano, condotto dai geriatri della SocietĆ Italiana Geriatria Ospedale e Territorio – SIGOT e della SocietĆ Italiana di Gerontologia e Geriatria ā SIGG, unico per la numerositĆ del campione esaminato, emergono dati significativi che smentiscono il luogo comune secondo cui gli accessi in PS degli anziani siano piĆ¹ inappropriati di quelli dei giovani. Gli accessi degli anziani in PS sono appropriati quattro volte piĆ¹ che nei giovani, passando dal 10,7% della fascia 40-44 anni al 36,8% e al 44,2% nelle fasce dāetĆ piĆ¹ avanzate. Un aumento dellāappropriatezza che si riscontra anche nei ricoveri, maggiormente giustificati negli anziani.
I DATI E LE ANALISI DELLO STUDIO
Lo studio ĆØ stato pubblicato sulla rivista scientifica Geriatrics & Gerontology International e si basa sui dati EMUR (Sistema Informativo per lāEmergenza e Urgenza) del Ministero della Salute e prende in esame i 20.400.071 accessi al PS del 2015, corrispondenti a 335 ammissioni ogni mille abitanti. Lāanno di riferimento ĆØ esemplificativo e i dati restano attuali, in virtĆ¹ anche del numero elevato di pazienti considerati e dellāestensione a tutto il territorio nazionale. Lo studio analizza gli accessi al PS in base allāetĆ e ne verifica lāappropriatezza con il criterio dei diversi codici di gravitĆ : la gravitĆ ĆØ bassa con codice bianco o verde, mentre il codice giallo indica una situazione di emergenza e quello rosso lāimminente pericolo di vita. L’appropriatezza (codice giallo o rosso convalidato) delle visite in PS aumenta progressivamente con l’etĆ : ĆØ del 6,3% nella fascia di etĆ 5-9 anni, del 10,7% nella fascia 40-44 anni, del 36,8% nella fascia 85-89 anni e arriva fino al 44,2% nella fascia 95-99 anni. Dopo la visita di PS, il paziente puĆ² essere dimesso, oppure, nei casi gravi, viene ricoverato in ospedale. Ebbene, lo studio dimostra che anche lāappropriatezza del successivo ricovero ospedaliero cresce con lāetĆ , cioĆØ sale la percentuale di soggetti che vengono ricoverati solo in presenza di patologie realmente gravi, contrassegnate in PS da un codice giallo o rosso. Dallo studio si evince anche che i ricoveri inappropriati, seguenti lāassegnazione di un codice bianco o verde in PS, sono molto piĆ¹ frequenti tra i giovani adulti rispetto agli anziani.
GLI ACCESSI IN PS CRESCONO CON LāAUMENTARE DELLāETĆ, MA TRA GLI ANZIANI SONO PIĆ GIUSTIFICATI CHE NEI GIOVANI
Dallo studio emerge che il fenomeno del sovraffollamento dei PS ĆØ strettamente legato allāinvecchiamento della popolazione. āGli accessi ai PS crescono progressivamente con lāetĆ : su mille abitanti con piĆ¹ di 90 anni si riscontrano 500 accessi allāanno, mentre scendono intorno ai 200-250 nelle classi dāetĆ inferiori ā sottolinea il Prof. Filippo Luca Fimognari, coautore dello studio e direttore della Geriatria e del Dipartimento Medico dellāAzienda Ospedaliera di Cosenza ā Inoltre, lo studio smentisce la diffusa percezione secondo cui gli accessi inappropriati in PS siano soprattutto di persone anziane: solo nel 10% dei casi si registrano ricoveri appropriati tra i giovani adulti, quattro volte in meno degli anziani. In altri termini, gli accessi aumentano con lāetĆ , ma proporzionalmente cresce anche lāappropriatezza degli accessi. Un dato avvalorato anche dal fatto che negli anziani alla visita di PS segue spesso un ricovero e non il ritorno a casa. Ed anche lāappropriatezza del ricovero ospedaliero ĆØ piĆ¹ frequente negli anziani rispetto ai giovani, come dimostrano anche le successive diagnosi di dimissione dai reparti: lo studio ha dimostrato, per esempio, che lāinsufficienza respiratoria acuta ĆØ la piĆ¹ frequente diagnosi dimissione nei soggetti con etĆ ā„ 75 anni in Italia. Talvolta si ritiene che lāingresso degli anziani sia inappropriato, in quanto affetti da patologie croniche, ma proprio cronicitĆ e fragilitĆ rendono gli anziani clinicamente instabili, maggiormente vulnerabili, e pertanto piĆ¹ a rischio di quadri clinici acuti e gravi, spesso a presentazione atipica, che richiedono interventi tempo-dipendenti attuabili solo in ospedali attrezzati. In conclusione, possiamo affermare che una delle cause principali del sovraffollamento del PS sia lāaumento del numero assoluto di anziani in Italia (ogni anno vi sono circa 150mila ultra65enni in piĆ¹ rispetto allāanno precedente), a cui si associa una riduzione costante del numero di posti letto in ospedale, che andrebbero invece aumentatiā.
āQuesto studio ĆØ unico in quanto riguarda lāintero territorio italiano, si basa su dati raccolti con metodica validata e standardizzata, prevede il tracciamento dei pazienti dallāaccesso in Pronto Soccorso fino alla dimissione dallāeventuale successivo ricovero ā evidenzia il Prof. Raffaele Antonelli Incalzi coautore dello studio e Professore Ordinario di Medicina interna, UniversitĆ Campus Biomedico, Roma ā CiĆ² lo distingue da altri studi sul tema e gli consente di fornire un quadro esaustivo dellāimpatto che lāetĆ ha nel determinare il fabbisogno di cure ospedaliere. Non solo smentisce luoghi comuni come lāinappropriatezza prevalente del ricovero in etĆ geriatrica, ma ci mostra come una serie di patologie croniche riacutizzate, come scompenso cardiaco e BPCO, siano alla base di numerosi ricoveri. CiĆ² ribadisce la necessitĆ di promuovere un forte sistema di assistenza domiciliare in grado di ottimizzare la terapia di queste condizioni e, cosƬ, prevenire le riacutizzazioni alla base degli accessi in Pronto Soccorso. Sul piano clinico, il riscontro di frequenti presentazioni atipiche delle malattie in etĆ geriatrica attesta la peculiaritĆ del paziente geriatrico. Anche in etĆ pediatrica molte patologie si presentano in modo diverso rispetto allāetĆ adulta, ma la specificitĆ del malato pediatrico e della disciplina che se ne prende cura, la Pediatria, ĆØ universalmente condivisa. Lo stesso non vale per il malato geriatrico e per la Geriatria. I dati presentati in questo studio sono un forte sostegno alla comprensione della specificitĆ e ragion dāessere della Geriatriaā.
LE PROPOSTE: AUMENTARE I POSTI LETTO OSPEDALIERI PER GLI ANZIANI, POTENZIARE GLI OSPEDALI. IL CONSULENTE GERIATRA IN PRONTO SOCCORSO
āQuesto articolo fotografa ciĆ² che succede nel PS. Ć la prima volta che viene compiuta unāanalisi del genere in Italia, con una numerositĆ cosƬ elevata ā sottolineano il Prof. Lorenzo Palleschi, Presidente Eletto SIGOT, Direttore della Geriatria e del Dipartimento Internistico dellāAzienda Ospedaliera S. Giovanni-Addolorata di Roma, e il Prof. Andrea Ungar, Presidente SIGG e Professore Ordinario di Geriatria, UniversitĆ di Firenze ā Dall’indagine si evince che un rafforzamento dellāassistenza territoriale, obiettivo comunque fondamentale per il SSN, non puĆ² essere lāunico strumento per risolvere il problema del sovraffollamento del PS. Tale fenomeno, invece, ĆØ legato allāinvecchiamento della popolazione, che spesso non ĆØ un invecchiamento in salute, anzi si accompagna a diverse comorbiditĆ concomitanti. Bisogna pertanto attrezzarsi con molteplici azioni sinergiche: anzitutto occorre potenziare gli ospedali aumentando i posti letto dedicati a questa fascia di popolazione vulnerabile, incrementando il numero delle unitĆ operative complesse di Geriatria ed invertendo una tendenza che paradossalmente negli ultimi anni ha visto una riduzione di questi posti letto proprio mentre cresceva il numero di anziani. Inoltre, a fronte della crescita dellāetĆ media della popolazione ospedaliera, si dovrebbe aumentare lāofferta dei servizi geriatrici allāinterno degli ospedali: Ortogeriatria, Delirium Room, Oncogeriatria. Infine, si dovrebbe provvedere ad inserire allāinterno dei PS il consulente Geriatra, a prescindere dallāeventuale presenza di unāunitĆ operativa complessa di Geriatria nella relativa sede ospedalieraā.