AgenPress – Dal 2025 le cartelle non riscosse entro 5 anni saranno cancellate automaticamente. La bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione atteso oggi in Cdm introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate-riscossione “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”.
Il che non vuol dire cancellazione, almeno non sempre. Fintanto che non andranno in prescrizione potranno essere riscosse in modo coattivo dall’ente creditore stesso, ossia i vari comuni o gli ordini professionali che quindi torneranno a occuparsene direttamente.
L’Agenzia può anche procedere al “discarico anticipato” per le quote affidate dal 2025 per cui abbia rilevato “la chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale” o “l’assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti”.
La norma distingue tra il contribuente che semplicemente “dichiara di versare in temporanea situazione di obiettiva difficoltà” e quello che invece “documenta” la temporanea situazione di obiettiva difficoltà.
Nel primo caso i piani di rateizzazione aumentano progressivamente ogni biennio, passando dalle attuali 72 rate mensili a 84 rate mensili per le richieste presentate nel 2025 e 2026, a 96 rate per le richieste presentate nel 2027 e 2028, fino ad arrivare a 108 rate mensili a decorrere dal primo gennaio 2029.
Nel caso in cui invece il contribuente documenti la temporanea situazione di obiettiva difficoltà, per chi deve al Fisco più di 120mila euro, il piano di rateizzazione sale “fino ad un massimo di 120 rate mensili, indipendentemente dalla data di presentazione della richiesta”.
Per chi ha debiti fino a 120mila euro, invece, l’aumento delle rate è progressivo: da 85 ad un massimo di 120 rate mensili per le richieste presentate nel 2025 e 2026; da 97 ad un massimo di 120 rate mensili per gli anni 2027 e 2028; da 109 ad un massimo di 120 a decorrere dal primo gennaio 2029. Per documentare la sussistenza della temporanea situazione di obiettiva difficoltà si fa riferimento, per le persone fisiche e titolari di ditte individuali all’Isee, per gli altri “all’indice di liquidità e al rapporto tra debito da rateizzare e di quello residuo eventualmente già in rateizzazione e il valore della produzione”.
Le nuove norme scattano dal 2025: alle richieste di rateizzazione presentate fino al 31 dicembre 2024, infatti, si precisa nella norma, continuano ad applicarsi le attuali disposizioni. E’ previsto inoltre che il ministero dell’Economia e delle finanze effettui “il monitoraggio degli effetti” derivanti dalle nuove norme: in base agli esiti, il numero massimo di rate (108 dal 2029) per chi dichiara di versare in situazione di difficoltà con debiti sotto i 120mila euro “potrà essere aumentato fino a 120, per le richieste di dilazione presentate a decorrere dal primo gennaio 2031”.