AgenPress – Israele non cederà alle pressioni internazionali per ritardare l’attacco alla città di Rafah, nel sud di Gaza, e continuerà la sua sanguinosa offensiva contro Hamas. Lo ha affermato Benjamin Netanyahu.
”Il nostro esercito – ha detto il premier Benyamin Netanyahu, durante una cerimonia militare – continuerà a combattere contro tutti i battaglioni di Hamas, anche a Rafah. Rafah è l’ultima roccaforte di Hamas. Chi ci dice di non agire là, ci chiede di perdere la guerra. Questo non avverrà ”.
Netanyahu ha ribadito che gli obiettivi di Israele sono la ”eliminazione del regime scellerato di Hamas, il recupero degli ostaggi e la rimozione di nuove minacce da Gaza su Israele”.
“C’è una pressione internazionale e sta crescendo, ma… dobbiamo restare uniti contro i tentativi di fermare la guerra”, ha detto giovedì il primo ministro durante una cerimonia di diploma militare nel sud di Israele . affermando che le forze israeliane avrebbero operato contro Hamas in tutta la Striscia di Gaza “inclusa Rafah, l’ultima roccaforte di Hamas”.
“Chi ci dice di non agire a Rafah ci sta dicendo di perdere la guerra e questo non accadrà”.
La dichiarazione senza compromessi è arrivata poche ore dopo la notizia che Hamas aveva ritirato la sua delegazione dai negoziati indiretti per il cessate il fuoco al Cairo, suggerendo che le possibilità anche di una breve interruzione della guerra a Gaza prima del mese sacro islamico del Ramadan sono ormai molto scarse.
Stati Uniti, Egitto e Qatar cercano da settimane di mediare un accordo per un cessate il fuoco di sei settimane e il rilascio di 40 ostaggi detenuti a Gaza in cambio dei palestinesi imprigionati in Israele.
Hamas ha confermato che la sua delegazione ha lasciato il Cairo, ma ha detto che i colloqui riprenderanno la prossima settimana.
“La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo questa mattina per consultarsi con la leadership del movimento, mentre continuano i negoziati e gli sforzi per fermare l’aggressione, riportare gli sfollati e portare aiuti umanitari al nostro popolo”, si legge in una nota di Hamas.
L’inizio del Ramadan domenica o lunedì era stato visto come una scadenza informale da mediatori e osservatori, in mezzo all’ottimismo dell’inizio della scorsa settimana sulla possibilità di un cessate il fuoco.
Il mese sacro porta spesso disordini legati all’accesso ai luoghi santi di Gerusalemme. Il conflitto a Gaza, giunto al sesto mese, ha già destabilizzato l’intera regione.