AgenPress. Assistiamo, in questo momento storico, diremmo finalmente, a tante graduali novità, finalizzate alla risoluzione di tutte quelle criticità che noi di Amsi, Associazione Medici di Origine Straniera in Italia, sin dalla nostra nascita nel 2000, non abbiamo mai mancato di sollevare alla politica, nel nostro costante e proficuo rapporto con le istituzioni italiane.
«Da parte mia, forte dell’esperienza, per ben quattro volte, di consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e di una legislatura come membro della Fondazione dell’Ordine dei Medici di Roma e sempre con la Fnomceo, non posso che essere lieto dell’evoluzione a cui stiamo assistendo.
Prendiamo atto delle enormi possibilità che si stanno aprendo, come concorsi e opportunità di lavoro, per i medici e gli altri professionisti della sanità e questo, alla luce del nostro impegno fin qui profuso, non può essere che motivo di soddisfazione.
Ben venga quindi, l’eliminazione del tetto di spesa per i professionisti, tra le priorità del Ministro della Salute Schillaci, a cui siamo davvero grati».
Così il Prof. Foad Aodi, Presidente di Amsi e del Movimento Uniti per Unire, nonché Docente di Tor Vergata e membro del Registro Esperti della Fnomceo.
«La nostra campagna di denuncia sui rischi della fuga all’estero dei medici, ripresa con oltre 10mila citazioni nel 2023 da testate italiane e straniere, ha di certo sortito gli effetti sperati, con il sottoscritto che non ha mai mancato di far sentire la sua voce, in Europa e nei Paesi del Golfo e non solo, anche in altri continenti.
Vediamo finalmente inserita in agenda politica la questione dell’aumento dei salari dei professionisti, da noi trattata come priorità assoluta.
Non dimentichiamo la nostra lotta al precariato, con le reiterate richieste di stabilizzazione dei contratti dei colleghi, e naturalmente mettiamo ai primi posti anche la depenalizzazione dell’atto medico, combattendo la medicina difensiva.
Apprendiamo con soddisfazione il fatto che nella maggior parte dei concorsi delle nostre regioni c’è al momento la possibilità di partecipazione per i medici extra comunitari, anche senza cittadinanza italiana.
Confidiamo nel fatto che l’obbligo della cittadinanza per i professionisti di origine straniera, al fine della partecipazione ai concorsi e l’inserimento nelle nostre realtà sanitarie, sia abolito, anche perché è controproducente alla luce della enorme carenza di personale.
Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto più di 8mila richieste di professioni da parte di tutte le Regioni. Chiediamo contratti a tempo indeterminato, sia per i professionisti italiani che per quelli di origine straniera. Per questi ultimi chiediamo inoltre di abbreviare l’iter del riconoscimento del titolo.
Per rispondere, inoltre, in modo chiaro alle recenti polemiche da parte di talune organizzazioni, che ci stanno conducendo dritti al rischio di discriminazione dei professionisti sanitari stranieri, Amsi ha sempre fatto registrare il suo costante impegno esclusivamente per l’arrivo e la presenza nel nostro paese di medici e infermieri super qualificati, forti di un titolo di studio pari a quello dei colleghi italiani, supportati dalla profonda conoscenza della nostra lingua, elementi indispensabili per entrare nel miglior modo possibile come un valore aggiunto nelle nostre equipe sanitarie, oltre che dotati della conoscenza della cultura della sanità italiana. Siamo i primi a sostenere tutto questo per il bene della tutela della salute della collettività, ma non accettiamo pregiudizi e discriminazioni di alcun genere sulla qualità dei professionisti sanitari di origine straniera e sulle loro competenze debitamente selezionate.
Sullo scandalo delle lauree false che sta attraversando l’Europa, siamo certi, infatti, che nulla di tutto ciò accadrà in Italia, anche grazie all’impegno di noi di Amsi che non abbiamo mai abbassato la guardia», conclude Aodi.