Brutti nominato responsabile nazionale per le politiche europee da Bandecchi e Alli

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AgenPress. L’avvocato Cristian Brutti, perugino doc, di anni 54, avvocato cassazionista, con già alle spalle un’esperienza di consulente legale a Bruxelles, è stato nominato responsabile nazionale del dipartimento delle Politiche europee di Alternativa Popolare. La nomina è stata firmata dal segretario nazionale Stefano Bandecchi e dal presidente di Alternativa Popolare, Paolo Alli. «Per prima cosa», afferma Brutti, lavorerò per realizzare un’Assemblea costituente, sul modello della Costituente del 1946 che formulò la nostra Costituzione. Il mio obbiettivo sarà questo: vedere scritta la Costituzione degli Stati Uniti d’Europa».

«Nella Costituzione degli Stati Uniti d’Europa, come nell’attuale Unione europea», continua l’avvocato perugino, «dovrà esserci “Più Italia”, nel senso di maggiore tutela della nostra identità, della nostra cultura, della nostra agricoltura, del nostro cibo e del nostro stile di vita, ammirato in tutto il mondo. Per contare a Strasburgo e Bruxelles, da protagonisti, l’Italia ha bisogno di più italiani nel Partito popolare europeo (PPE), il partito più importante e numeroso del Parlamento europeo. Per questa ragione, Alternativa Popolare, che fa parte della grande famiglia del PPE, è pronta a partecipare, con molta convinzione, alle prossime elezioni europee del giugno 2024. Lavorerò per  l’Europa dei popoli, della piena occupazione, degli investimenti per sanità e dell’istruzione fuori dal Patto di stabilità e con una Banca centrale che svolga il ruolo di prestatore di ultima istanza in modo strutturale per la fiducia e la stabilità finanziaria».

Brutti poi osserva che, sullo scenario internazionale, la dinamica geopolitica è dominata da grandi potenze e da raggruppamenti di Stati, come i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), che agiscono sulla base di accordi di contrapposizione all’Occidente. Nemmeno medie potenze europee, come la Germania e la Francia, riescono più, da sole, ad influenzare le decisioni internazionali, specie dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea».

«Davanti ai nuovi conflitti», continua, «dall’Ucraina a Gaza, alle tensioni nel Mar Rosso, che appaiono come una sorta di terza guerra mondiale “per procura” fra l’Occidente democratico e liberale e i Paesi liberticidi dove si comanda con la violenza e il sopruso sui civili e sulle donne in particolare, l’Italia è schierata – senza se e senza ma – con la comunità occidentale nella difesa dei valori della libertà e nella prevenzione di ogni minaccia per la pace. Per tale ragione, noi italiani dobbiamo essere i primi promotori di un esercito europeo finanziato con l’emissione di eurobond: un esercito moderno, che operi in sinergia con la Nato. Anche l’adesione alla Nato di Paesi quali la Svezia e la Finlandia e la morte improvvisa in un carcere russo dell’oppositore di Putin, Alexei Navalny di appena 47 anni, ci confermano che questa è la direzione giusta. La prospettiva atlantista e la lealtà al Patto atlantico e alla Nato saranno, per sempre, la nostra stella polare».

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