Frode all’Iva pari a circa 10 milioni di euro nel settore del commercio di pneumatici. Dal 2016 un fatturato di 50 milioni di euro

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AgenPress. Le indagini, coordinate dalla Procura Europea e sviluppate dal Gruppo di Savona, hanno disvelato l’esistenza di un’organizzazione criminale specializzata nella costituzione di società “cartiere” inserite in un sistema di “frode carosello”, finalizzato all’acquisto di pneumatici da venditori comunitari, quindi in regime di non imponibilità, rivenduti successivamente ad aziende nazionali ad un prezzo marcatamente inferiore a quello di mercato, in evasione di I.V.A. ed alterando le regole della concorrenza.

La costituzione delle aziende ritenute riconducibili ai soggetti indagati era di fungere da intermediari fra i fornitori con sede in Paesi dell’Unione Europea (Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Germania, Spagna e Ungheria) e gli acquirenti nazionali, accollandosi il debito di imposta, che sistematicamente non veniva versata all’Erario, e consentendo a questi ultimi un notevole vantaggio economico (derivante dall’acquisto della merce a prezzi estremamente concorrenziali) e fiscale.

Le attività investigative, svolte anche attraverso l’imprescindibile ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, e indagini finanziarie, hanno infatti evidenziato come le aziende oggetto dell’attività investigativa, fossero delle vere e proprie scatole vuote in quanto risultavano:

­ intestate a vari prestanome nullatenenti;

­ prive di una reale sede operativa;

­ sprovviste dei mezzi necessari allo svolgimento dell’attività dichiarata;

intestatarie di rapporti bancari movimentati in entrata ed in uscita da flussi riferibili esclusivamente alla compravendita di pneumatici (non erano presenti altre voci di spesa tipiche per un’attività d’impresa – costi per utenze, affitti, noleggi/acquisto attrezzature e/o altri beni mobili, prestazioni di terzi, consulenze commerciali e/o professionali).

aver effettuato acquisti da fornitori UE per importi rilevanti e sviluppato in pochissimo tempo una repentina crescita del volume d’affari;

aver omesso sistematicamente il versamento delle imposte;

aver sistematicamente omesso la presentazione della dichiarazione annuale ai fini II.DD. e I.V.A.;

­ aver cessato l’operatività dopo poco tempo;

aver venduto merce sottocosto, al di sotto dei prezzi di mercato.

Secondo i risultati delle investigazioni, dal 2016 l’organizzazione criminale ha generato un fatturato pari a oltre 50 milioni di euro, per una frode complessiva all’Erario pari a circa 10 milioni di euro determinata dal mancato versamento dell’IVA; il disegno criminoso, proseguito nel tempo senza soluzione di continuità, è stato interrotto dall’azione di servizio delle Fiamme Gialle.

L’esecuzione dei provvedimenti ha riguardato sei Regioni (Campania, Lazio, Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Calabria) ed ha visto impegnate diverse decine di militari.

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