AgenPress – “Se la musica e il festival, per la sua rilevanza, è lo spazio per la libertà di esprimere pensieri di amore, di dolore, di gioia, di denunce sociali e contestazioni politiche, dispiace che questo palco non sia stato l’occasione per lanciare parimenti, un appello per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas, lasciando all’unilateralità la legittimazione alla distorsione, con uso di termini che ancora una volta offendono la storia del nostro Paese e dell’Europa tutta”.
Lo ha presidente delle Comunità ebraiche Italiane, Noemi Di Segni sui messaggi pro Palestina di alcuni cantanti dal palco di Sanremo. “La vincitrice Angelina, assieme ai vincitori degli altri paesi e di Israele, saranno all’Eurovision: auspico che almeno lì non si verifichi alcun episodio di distorsione e boicottaggio. Da qui all’Eurovision mi appello a ricordare ogni giorno i 136 ostaggi, anche loro hanno diritto alla loro musica e di tornare alla loro casa”.
Sulla frase pronunciata da Ghali “stop al genocidio”, l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar ha scritto su X che è “vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile. Nella strage del 7 ottobre, tra le 1200 vittime, c’erano oltre 360 giovani trucidati e violentati nel corso del Nova Music Festival. Altri 40 di loro, sono stati rapiti e si trovano ancora nelle mani dei terroristi”.
“Il Festival di Sanremo avrebbe potuto esprimere loro solidarietà. È un peccato che questo non sia accaduto”.