AgenPress. “È lecito presumere che nel 2024 l’Italia possa andare un po’ meglio degli altri paesi europei, non molto, ma un pochino”. Queste le parole di Nicola Rossi, economista, intervenuto per analizzare la situazione economica italiana nel corso del programma ‘L’imprenditore e gli altri’ in onda su Cusano Italia Tv.
“Si cominciano a vedere gli effetti della spesa del PNRR”, ha continuato Rossi. “Nel 2024 dovremmo registrare un volume di spesa significativo, ormai sono entrati più della metà dei conti previsti. Però diciamo che è proprio questo il primo elemento di preoccupazione: se la spesa del PNRR, che comincia ad essere significativa, si traduce in uno o due decimi di punto, siamo parecchio al di sotto di quello che alcuni avevano immaginato. Siamo invece piuttosto vicini a quelle valutazioni che segnalano come gli investimenti pubblici abbiano un impatto sul livello di attività inferiore rispetto a quello che spesso e volentieri si crede”, ha sottolineato. “Se così fosse, dobbiamo stare attenti perché questo vuol dire che abbiamo davanti due, quattro anni in cui la spinta del PNRR ci sarà ma non in dimensioni tali da modificare in maniera profonda la tendenza alla crescita italiana”.
A livello sociale ci sono delle criticità? “È inutile che ci giriamo intorno, l’Italia si è impoverita significativamente da 25/30 anni a questa parte”, ha dichiarato Rossi. “Sarei stupito se non emergessero fenomeni di disagio sociale e di marginalità in un paese che appunto si è impoverito. L’Italia cresce regolarmente meno di tutti i suoi vicini di un punto circa all’anno, e un punto percentuale sembra poco ma cumulato per 25/30 anni fa davvero la differenza”.
Riguardo al reddito di cittadinanza, Nicola Rossi ha affermato: “rivederlo in maniera molto significativa e sostanzialmente tagliarlo per alcune fasce di persone è stato un gesto coraggioso ma anche assolutamente giusto. Non si trattava di negare assistenza, si trattava di riportare gli italiani ad avere responsabilità e lo trovo totalmente condivisibile”, ha evidenziato l’economista. “La reazione non può essere sempre quella di pensare che sia la collettività a tenerci in piedi quando le cose vanno male. La prima reazione deve essere quella di rimboccarci le maniche e, solo quando questo non basta, la collettività potrà intervenire. Vale per il reddito di cittadinanza come per le imprese”.
E sull’ILVA, Nicola Rossi ha voluto chiarire: “La domanda vera non è se salvarla, ma se l’economia italiana ha bisogno di una siderurgia rilevante. Sono 100 anni che parliamo di questa storia di salvare la siderurgia italiana. Diciamo che se mettiamo insieme tutti i soldi che abbiamo speso, gli italiani forse si sentirebbero un po’ presi in giro da questa storia. In sintesi, se l’impresa non ha un mercato, facciamocene una ragione. Meglio dare quei soldi agli operai perché trovino un altro lavoro che ha una prospettiva di mercato”, ha dichiarato.
Infine, sulle privatizzazioni in corso “Saluto con molta soddisfazione il fatto che si sia deciso di rimettere sul mercato alcuni beni di proprietà pubblica. 20miliardi sono una goccia nel mare del debito pubblico, ma non è banale il fatto che si faccia, sia pure poco, ma che si faccia”, ha concluso Rossi.