AgenPress. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, stamane nell’ambito di una operazione a contrasto dei reati contro la P.A., denominata Drop goal, hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal GIP presso il locale Tribunale, di sequestro preventivo, anche per equivalente, per € 498.568, nonché di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dell’esercizio di un pubblico ufficio o servizio nei confronti di due pubblici ufficiali, il Segretario Generale e anche Dirigente del Servizio Viabilità di una Comunità Collinare, indagato per i reati di truffa ai danni del bilancio pubblico e peculato, e il Responsabile finanziario della stessa Comunità Collinare, indagato per peculato.
Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Asti ed eseguite dal locale Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, avrebbero portato a disvelare un illecito conseguimento di erogazioni pubbliche di cui al “Bando sport e periferie 2018”, finanziato dall’art 1 c. 262 L. 205/17 (Finanziaria 2018) e gestito dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da parte di una associazione sportiva astigiana (A.S.D.), che sarebbe risultata di fatto amministrata – in situazione di conflitto di interesse – dall’indagato Segretario Generale e Dirigente del Servizio Viabilità della Comunità Collinare, coinvolta nella vicenda quale stazione appaltante. Nel contempo, di conseguenza, è stato apposto dall’Autorità Giudiziaria il vincolo del sequestro preventivo “impeditivo” su la quota di contributi statali per lo sport assegnati ma non ancora erogati all’associazione sportiva coinvolta, per evitare l’aggravamento della frode in danno del Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Tale associazione sportiva, infatti – per la ristrutturazione di un campo sportivo per un importo complessivo di € 735.350 – si era aggiudicata nel 2019 il contributo di € 435.350, attraverso detto Bando del Dipartimento per lo Sport – grazie soprattutto all’impegno assuntosi in fase istruttoria di cofinanziare l’opera con fondo privati nella misura di oltre il 40 % (la cui assenza avrebbe comportato però l’esclusione dal bando).
Gli accertamenti delle fiamme gialle avrebbero, invero, fatto emergere che, dopo l’aggiudicazione del bando, nonostante il previsto impegno di cofinanziare l’opera con fondi privati per una quota così rilevante, l’ASD non avrebbe mai avuto la disponibilità di una tale somma. A tal riguardo, nell’ambito poi del ruolo assunto nella vicenda, sia di Centrale unica di committenza che di Stazione appaltante, da parte della Comunità Collinare coinvolta, emergerebbe la condotta, in situazione di conflitto di interesse dell’indagato Segretario Generale e nel contempo anche amministratore di fatto dell’ASD, che avrebbe fatto in modo di far trarre in inganno il Dipartimento per lo Sport nell’assegnare/erogare all’ASD i fondi pubblici, rendendo in suo pregiudizio ravvisabile l’ipotesi di truffa aggravata ai danni di Ente Statale.
Inoltre, dalle indagini svolte, risulterebbe configurabile nei confronti dei due pubblici ufficiali indagati il peculato per distrazione di danaro dal bilancio di un Ente locale, poiché avrebbero con le loro condotte agito a che la Comunità collinare pagasse alla società appaltatrice (fungendo nel contempo da stazione appaltante, per un’opera che non apparirebbe apportare alcun beneficio ai Comuni facenti parte della Comunità stessa) 394.173 euro, tratti dal proprio bilancio pubblico – per conto dell’associazione sportiva beneficiaria (che avrebbe invece dovuto coprire il 40% del costo totale dell’opera, con fondi di provenienza privata, pena l’esclusione dal bando).