AgenPress – Il presidente dell’opposizione Yair Lapid è intervenuto stasera in una manifestazione in favore dei sequestrati nella piazza dei rapiti a Tel Aviv: “Finché non torneranno a casa, il contratto con Israele sarà rescisso”. È posato davanti a noi sul pavimento della storia, fatto a pezzi. L’unico modo per riconciliare i frammenti è mettere da parte tutte le considerazioni tranne una: il dovere di riportarli a casa”.
“Il nostro cuore si è spezzato il 7 ottobre. Finché ci sarà un israeliano, una donna israeliana, tenuta prigioniera nei tunnel di Hamas, il nostro cuore rimarrà spezzato. Finché ci saranno dei rapiti a Gaza, tenuti prigionieri dai mostri, la missione è non completo. Finché non tornano a casa, siamo tutti prigionieri. Se sarà insopportabilmente difficile, sopportiamolo. Se sarà lo squarcio del Mar Rosso, lo abbiamo già squarciato. Possiamo uccidere Yahya Sinwar “anche a febbraio. Lo uccideremo, prima o poi. I rapiti devono essere riportati a casa adesso. Il governo israeliano deve superare questa prova. Non c’è altra opzione”.