PD. Schlein non va ad Atreju. Non divido il palco con i nostalgici del fascismo. Salario minimo affossato con un sotterfugio

- Advertisement -
- Advertisement -

AgenPress –  “Io sarò sempre disponibile al confronto nel merito con tutti, anche con la presidente Giorgia Meloni. Ma quello che ho declinato non è un invito al confronto con lei, è un invito alla sua festa di partito nel giorno in cui ci negavano il confronto sul salario minimo nel luogo deputato, il Parlamento. E poi, vorrei fosse chiaro, per la mia cultura politica non avrei potuto mai calcare il palco con un eversore che ha detto che Pedro Sanchez andrebbe appeso per i piedi. Con i nostalgici del franchismo e del fascismo io il palco non lo divido”. Lo ha detto la segretaria Elly Schlein all’assemblea del Pd, che si è svolto a Roma.

“Io sono pronta al confronto con Giorgia Meloni quando vuole, ma non a casa sua o a casa nostra”.

“Non solo non ci siamo sottratti al confronto” con Meloni, “ma più volte l’ho richiesto io, nelle sedi opportune”.

“Anzitutto è il Parlamento il luogo del confronto, dopodiché confronto nel merito con lei in qualsiasi momento su qualsiasi questione, non in casa sua o nostra, ma di persona, in un luogo televisivo, non televisivo, non mi sono mai sottratta al confronto”. Teme un confronto Tv? “Non ho paura di nessun confronto con lei su niente, ad Atreju non era un invito a un confronto con lei ma a una festa di partito”.

“Noi non siamo un Comitato elettorale permanente, siamo un vero partito, una vera comunità politica, un partito che mira a stare nella società e sfida la società per un’alternativa di governo. Un partito che ascolta i bisogni e le aspettative delle persone. Un partito che è in grado di mobilitarsi sulle grandi sfide del nostro tempo. Vogliamo un’Europa sostenibile”, ha detto ancora.

“Vogliamo introdurre nel nostro Paese il salario minimo, con la proposta unitaria delle opposizioni, e che invece Giorgia Meloni ha affossato con un sotterfugio, tradendo le speranze e le attese di quasi tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri”.

“Dall’inizio hanno scelto la strada dei rinvii perché non hanno avuto nemmeno il coraggio di votarci contro, ma hanno fatto di peggio: calpestato le prerogative dell’opposizione svuotando la nostra proposta e dando una delega al governo, senza il salario minimo, senza dire che sotto i 9 euro non è lavoro ma sfruttamento”.

 

- Advertisement -

Potrebbe Interessarti

- Advertisement -

Ultime Notizie

- Advertisement -