AgenPress. “Abbiamo garantito e garantiremo i servizi essenziali come le operazioni di controllo e eradicazione delle malattie infettive e contagiose degli animali e delle zoonosi; il pronto intervento a tutela del benessere animale; la vigilanza e controllo in presenza o sospetto di tossicoinfezioni relative ad alimenti di origine animale ove non dilazionabili e le attività per l’approvvigionamento di pesce e carni agli ospedali, case di cura ed istituti convenzionati nonché residenze protette ed assistite.
Le altre attività di ispezione, vigilanza e controllo, di certificazione e di commercializzazione delle filiere agro zootecnico alimentari il 18 dicembre saranno ferme per 24 ore. Non vorremmo vederci precettati a causa dell’impatto sanitario ed economico del nostro sciopero sulle filiere agro-zootecniche alimentari” – ha dichiarato ieri il Presidente della FVM – Federazione Veterinari, Medici e Dirigenti sanitari) Aldo Grasselli, nella conferenza stampa di presentazione dello sciopero nazionale proclamato da AAROI-EMAC, FASSID, FVM e CISL MEDICI lunedì 18 dicembre. Il timore è che i veterinari vengano precettati dai Prefetti impedendo la loro partecipazione allo sciopero.
“I veterinari sono impegnati sempre più per difendere il nostro Paese dalle malattie infettive, stiamo combattendo ad esempio contro la Peste Suina Africana per tutelare la filiera suinicola e contro l’influenza aviaria a tutela del settore avicolo.”
“Gli industriali del settore agroalimentare sono molto preoccupati” ha aggiunto Grasselli. Assica, Assocarni e Unaitalia, che rappresentano l’industria italiana delle carni e dei salumi, hanno espresso al Governo preoccupazione per l’iniziativa (https://www.assica.it/news/sciopero-dei-veterinari-pubblici-18-dicembre-carne-salumi-a-rischio/), in quanto tale sciopero comporterà, in un periodo in cui si registra da sempre un incremento nei consumi dei prodotti carnei tradizionali, la sospensione del servizio ispettivo da parte delle AUSL con conseguenti inevitabili difficoltà di approvvigionamento delle carni al consumo e sosta forzata degli animali, con prevedibili ripercussioni sanitarie e di benessere degli animali.
Le Associazioni industriali, nel riconoscere la professionalità della categoria dei medici veterinari pubblici e il ruolo fondamentale che svolgono nella vigilanza e nel monitoraggio sulle imprese del settore alimentare, hanno chiesto al Governo di verificare se esistano le condizioni che possano portare ad una revoca della manifestazione di protesta e soluzioni che contemperino il godimento degli altri diritti costituzionalmente tutelati.