Bandecchi (AP): “Per contrastare i femminicidi necessaria anche l’efficienza di Stato e Procure. Educazione rimane al primo posto”

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AgenPress. “Il brutale femminicidio di Giulia Cecchettin non è che l’ennesimo in questa dolorosa, lunga, lista dell’orrore la quale ci impone di mettere in campo scelte efficaci e rapide una volta per tutte”.

Deciso è l’appello di Stefano Bandecchi, che non si limita ai commenti, ma suggerisce soluzioni a partire dall’efficienza dell’apparato giudiziario; di vitale importanza, secondo il sindaco di Terni, sarà non solo “l’inasprimento delle pene, ma soprattutto l’improrogabile e piena attuazione del Codice rosso. In questo senso, dunque,  è fondamentale mettere davvero le Procure in condizione di dare seguito alle misure a contrasto della violenza di genere.

Ecco perché bisognerebbe ad esempio confermare le nuove assunzioni legate all’Ufficio del processo e dare attuazione al Pnrr per rafforzare il comparto Giustizia. Troppe vittime rimangono, nelle loro denunce, inascoltate. E gli esiti fatali di questi ritardi sono visibili a tutti”.
Queste misure politico amministrative, tuttavia, “non potranno sortire alcun effetto se non accompagnate da una vera e propria rivoluzione culturale”. Secondo Bandecchi, infatti, “alla base di ogni episodio di violenza di genere c’è un problema culturale che tutta la società è chiamata ad affrontare. Serve una revisione totale del sistema sociale e occorre ripartire dai genitori che troppo proteggono e giustificano i propri figli, come anche dalle scuole, promuovendo corsi di educazione all’affettività e all’educazione sessuale: basta con questi tabù imposti da una cultura che deve essere superata ad ogni costo e che nel profondo non concepisce sconfitta o sana elaborazione di un amore finito o non corrisposto.

Le decisioni e le leggi poi non possono essere fatte sull’onda dell’emotività e del sensazionalismo, vanno ponderate e calibrate con lucidità. Sono tantissime e troppe le donne vittime di violenza e non devono essere soltanto occasioni come queste ad attivare dibattito e impegno. Serve una costanza di pensiero e una coscienza collettiva nuova che metta radici a prescindere dai fatti di cronaca”.

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