Tassone: “La disquisizione sulla dimensione della partecipazione allo sciopero? Una costruzione di esperti falsari che occultano la realtà

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AgenPress. Dopo lo sciopero di giorno 17 c’è polemica sul numero delle astensioni al lavoro e dei presenti alla Manifestazione di Piazza del Popolo. Per la CGIL-Uil un successo, per i rappresentanti del governo un clamoroso flop. Ma è questo il vero problema? Gli esperti reclutati guardano la superficie della realtà ed evitano di andare in profondità.
Lo sciopero di giorno 17, non generale per la Commissione di garanzia, ritengo descriva la crisi del Sindacato e della rappresentanza. Il Sindacato è una efficiente macchina di gestione, funzionale al sistema, sempre meno espressione del mondo del lavoro, senza visione. Non interlocutore nelle scelte di fondo, non fonte di energia e mobilitazione soprattutto delle coscienze verso obiettivi di giustizia.
L’Associazionismo, anche quello di rappresentanza delle categorie, trasformato in apparato: spia di una democrazia in affanno. Un autorevole giornalista affermava che gli scioperi non debbono essere politici. Non so cosa intenda per politica.
Le battaglie di giustizia, di sviluppo, di conquiste civili, sono scelte politiche. Questa è la politica che oggi non c’è. Il Sindacato vive in un’area protetta dove la democrazia è sostituita da un centralismo che decide su tutto.
E ancora le iscrizioni sono numeri fittizi definiti di comune accordo fra le organizzazioni sindacali. I numeri sono importanti ai fini della esistenza di una struttura costosa.
Non so se lo sciopero è riuscito. Non si è avvertito un qualche sommovimento.
Nessun boato delle grandi manifestazioni democratiche portatrici di istanze vere.
Il sindacato parla ora di riforme costituzionali come caduta autoritaria e non si rende conto che è in atto un disegno sovversivo e non riformatore (forma di governo e regionalismo differenziato).
Appuntamento mancato quello del 17, per il sindacato, nemmeno unito, perché per motivi tattici la CISL si è tirata fuori? Certo. Speriamo che sia occasione di ripensamento.
Gli scioperi non si inventano per segnalare una presenza, che nei fatti è episodica, ma debbono essere il risultato di scelte maturate a tutti i livelli.
Qualche giornalista importante scriveva che prima i sindacati erano la cinghia di trasmissione dei partiti (Cgil- PCI) ora i partiti sono cinghia di trasmissione del sindacato.
Ma i partiti non ci sono, i sindacati sono inerti. Allora? Saranno la cinghia di trasmissione di un sistema. Questo è il dato.
La disquisizione sulla dimensione della partecipazione allo sciopero? Un diversivo.
Un falso tema. Una costruzione di esperti falsari che occultano la realtà!!!
Mario Tassone
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