AgenPress. “Oggi sono stata in missione nella Striscia di Gaza per incontrare i bambini, le loro famiglie e gli operatori dell’UNICEF. Ciò che ho visto e sentito è stato devastante. Hanno affrontato ripetuti bombardamenti, perdite e sfollamento. Nella Striscia, 1 milione di bambini di Gaza non ha un posto sicuro dove rifugiarsi.
Le parti in conflitto stanno commettendo gravi violazioni contro i bambini, tra cui uccisioni, mutilazioni, rapimenti, attacchi su scuole e ospedali e la negazione dell’accesso umanitario – tutte cose che l’UNICEF condanna.
Secondo le notizie, a Gaza, oltre 4.600 bambini sono stati uccisi e circa 9.000 feriti. Molti bambini sono dispersi e si pensa siano sepolti sotto le macerie di edifici e case crollate, il tragico risultato dell’uso di armi esplosive in aree popolate. Nel frattempo, i neonati che necessitano di cure specializzate sono morti in uno degli ospedali di Gaza, mentre l’energia elettrica e le forniture mediche si esauriscono e la violenza continua con effetto indiscriminato.
All’ospedale Al Naser a Khan Yunis, ho incontrato pazienti e famiglie sfollate alla ricerca di un rifugio e sicurezza. Una ragazza di 16 anni dal suo letto in ospedale mi ha detto che il suo quartiere è stato bombardato. Lei è sopravvissuta ma i dottori hanno detto che non potrà più tornare a camminare.
Nel reparto neonatale dell’ospedale i piccoli bambini si aggrappavano alla vita nelle incubatrici, mentre i medici si preoccupavano di come far funzionare le macchine senza carburante.
Durante la mia missione a Gaza, ho incontrato anche operatori dell’UNICEF che stanno continuando ad aiutare i bambini nonostante i pericoli e la devastazione. Hanno condiviso le loro storie strazianti sull’impatto della guerra sui loro figli, su membri delle loro famiglie uccisi e su come sono stati sfollati molte volte.
Molte persone, compreso il nostro staff e le loro famiglie, adesso vivono in rifugi sovraffollati con pochissima acqua, cibo o servizi igienici decenti – condizioni che possono portare allo scoppio di malattie.
Il rischio per il personale umanitario all’interno di Gaza è altissimo. Da ottobre sono stati uccisi più di 100 membri del personale dell’UNRWA.
L’UNICEF e i suoi partner stanno facendo tutto ciò che possono, compreso l’invio di forniture umanitarie disperatamente necessarie. Ma il gasolio è praticamente esaurito e alcuni ospedali e centri sanitari hanno smesso di funzionare. Senza carburante, gli impianti di desalinizzazione non possono produrre acqua potabile e le forniture umanitarie non possono essere distribuite.
L’apertura intermittente dei valichi di frontiera di Gaza ai carichi di forniture umanitarie è insufficiente a soddisfare le esigenze che stanno raggiungendo livelli altissimi. E con l’inverno alle porte, il bisogno di carburante potrebbe diventare ancora più forte. Quando ho lasciato Gaza oggi, la pioggia scrosciava, accrescendo la tristezza.
Sono qui per fare tutto il possibile per chiedere la protezione dei bambini. Chiedo ancora una volta a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, come previsto dal diritto internazionale umanitario. Solo le parti in conflitto possono davvero fermare questo orrore.
Invito inoltre le parti ad attuare un immediato cessate il fuoco umanitario, a rilasciare in sicurezza tutti i bambini rapiti e detenuti e a garantire che il personale umanitario abbia un accesso sicuro, continuativo e senza ostacoli per raggiungere chi ne ha bisogno con tutti i servizi e gli aiuti salvavita”.
Dichiarazione di Catherine Russell, Direttore generale UNICEF sulla sua missione a Gaza