Il Presidente Meloni incontra il Primo Ministro della Repubblica d’Albania

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AgenPress. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato a Palazzo Chigi il Primo Ministro della Repubblica d’Albania, Edi Rama.

Al termine hanno rilasciato le dichiarazioni congiunte e hanno firmato un Protocollo d’intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori.

Il Primo Ministro d’Albania Edi Rama torna qui, a Roma, dopo poche settimane dalla sua ultima visita, non a caso.  Sono molto molto contenta di essere qui con lui oggi per annunciare un importantissimo protocollo d’intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori. È un accordo che arricchisce un’amicizia storica – come voi sapete –, una cooperazione profonda tra le nostre due Nazioni. Il nostro è un partenariato strategico che si sviluppa attraverso rapporti commerciali di assoluta eccellenza (l’Italia è il primo partner commerciale dell’Albania e il nostro interscambio vale circa il 20% del PIL albanese), ma anche attraverso scambi tra le nostre comunità presenti in Italia e in Albania, intensi rapporti culturali e sociali, una  strettissima collaborazione che già esiste nella lotta a tutte le forme di illegalità e che vede una importante presenza in Albania di Forze dell’Ordine e di magistrati italiani.

L’accordo che noi sigliamo oggi arricchisce questa cooperazione di un ulteriore tassello.

Quando noi abbiamo iniziato a discutere di questo, qualche mese fa, con il Primo Ministro Rama siamo partiti da alcune considerazioni di fondo che condividiamo e che voi conoscete bene: l’immigrazione irregolare di massa è un fenomeno che l’Unione europea, gli Stati Membri dell’Unione europea, non possono affrontare da soli e che, da questo punto di vista, la collaborazione tra Stati Ue e Stati – per ora – extra-Ue può essere decisiva. Per questo, ci siamo detti che una cosa bella da fare sarebbe stato rafforzare e rilanciare questa cooperazione.

Allora noi abbiamo lavorato insieme ad un accordo che rafforza proprio questo genere di cooperazione e che si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori illegali e accogliere solamente chi ha davvero diritto alla protezione internazionale. In che cosa consiste l’accordo? L’accordo consiste nel fatto che l’Albania darà la possibilità all’Italia di utilizzare alcune aree in territorio albanese nelle quali l’Italia potrà realizzare, a proprie spese, sotto la propria giurisdizione, due strutture dove allestire centri per la gestione dei migranti illegali. Queste strutture potranno accogliere inizialmente fino a tremila persone, che rimarranno in questi centri il tempo necessario a poter velocemente espletare le procedure per la trattazione delle domande di asilo ed eventualmente ai fini del rimpatrio.

Chiaramente si tratta di massimo tremila persone contestuali, ma è chiaro che utilizzando le procedure accelerate che consentono, grazie a questo governo, di processare le richieste in ventotto giorni, io intendo che con questo progetto, a regime, questi numeri possano essere considerati come mensili e che quindi il flusso complessivo annuale possa arrivare fino a trentaseimila persone che si alternano.

Voglio anche dire che questo accordo e questa possibilità non riguarda i minori, non riguarda le donne in gravidanza, non riguarda gli altri soggetti vulnerabili.

La giurisdizione, come dicevo, all’interno di questi centri sarà italiana. Nel porto di Shengjin, l’Italia si occuperà delle procedure di sbarco e di identificazione. Qui realizzerà un centro di prima accoglienza dove operare una prima attività di screening, mentre in un’altra area più interna si realizzerà una seconda struttura (modello Cpr) per le procedure che invece sono successive. E l’Albania collabora, con le sue Forze di polizia, sul fronte della sicurezza e sul fronte della sorveglianza esterna delle strutture.

Chiaramente il protocollo che noi firmiamo oggi disegna la cornice politica e la cornice giuridica di questa nostra nuova collaborazione. Poi all’accordo dovranno seguire tutti i provvedimenti normativi conseguenti, le attività necessarie a predisporre, in territorio albanese, le strutture. Sono centri che contiamo di rendere operativi entro la prossima primavera, ossia la primavera del 2024.

Io voglio dire che sono molto soddisfatta del lavoro che abbiamo fatto. Voglio ancora ringraziare il Primo Ministro, il mio amico Edi Rama. Voglio ringraziare i Ministri che sono qui presenti, gli Ambasciatori, gli Uffici che hanno lavorato a questo progetto, voglio ringraziare anche la Farnesina, il Ministro Tajani – che non è potuto essere presente oggi -, per il lavoro che hanno fatto.

Considero questo un accordo di respiro europeo. Voglio dire che questo accordo dimostra che si può collaborare sul fronte della gestione dei flussi migratori, si può collaborare a 360 gradi e si può e si deve collaborare particolarmente con quelle nazioni che europee sono.

Con questo voglio dire che non solo l’Albania si conferma una Nazione amica dell’Italia ma anche una Nazione amica dell’Unione europea. Perché nonostante non sia ancora formalmente parte dell’Unione Europea – come sapete l’Albania è un Paese candidato all’ingresso nell’Unione europea -, si comporta esattamente come se fosse già uno Stato Membro di fatto dell’Unione.

E questa è una delle ragioni – ma non è questa la ragione – per le quali io sono fiera del fatto che l’Italia, da sempre, storicamente sia stato uno dei più grandi sostenitori dell’ingresso dell’Albania e dei Paesi dei Balcani occidentali nell’Unione europea.

Voi sapete che a me non piace definirlo allargamento, a me piace definirlo riunificazione: non penso che l’Unione europea sia un club, non penso che siamo noi a decidere chi sia europeo e chi non lo sia.  Credo che i Balcani occidentali siano a tutti gli effetti Paesi europei, che l’Albania sia a tutti gli effetti un Paese europeo, e questa è la ragione per la quale dall’inizio, da sempre, noi abbiamo sostenuto con forza questo processo di riunificazione.

Anche per questo penso che l’accordo di oggi sia molto importante, ma anche perché è una soluzione innovativa, che dimostra che dalla cooperazione e dall’amicizia possono nascere anche idee nuove, e confido che possa diventare domani – perché so che lo faremo bene, lo faremo nel migliore dei modi – anche un esempio e un modello da seguire per altri accordi di collaborazione di questo tipo.

Quindi grazie Edi, grazie davvero a tutti. Grazie all’Albania per questa importante pagina di una cooperazione strategica, di una amicizia, storica, solida, della quale andiamo molto fieri.

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