Senato. Conte a Meloni, riponga la sua arroganza  e la tiri fuori quando saprà portare in Italia oltre 200 mld

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AgenPress –  Il M5S sul salario minimo non molla, non arretra di un centimetro: dopo il rimpallo al Cnel e il rinvio in commissione per eludere ogni responsabilità, il Governo è costretto a metterci la faccia. E’ il ragionamento che si fa nel movimento dopo la decisione di ricalendarizzare la misura in Aula il 28 novembre. Grazie alla nostra tenacia la pdl a prima firma Conte sarà di nuovo in Aula. Meloni e i suoi dovranno dire a chiare lettere, davanti agli italiani, se vogliono o meno una misura che dà dignità al lavoro di quasi 4 milioni di persone o se vogliono condannare a precarietà e sfruttamento milioni di famiglie.

“Scegliete tagli e non investimenti, sforbiciate gli investimenti in sanità, ostacolate chi ha lavorato per una vita e stava per andare in pensione. Sui banchi del governo non vedo seduta la Meloni ma la Fornero. Nelle bozze di manovra apprendiamo l’ultimo tradimento dei cittadini, inseguite i cittadini con tasse anche nella culla. Il suo nuovo motto è: io sono donna, io sono madre e quindi pago più tasse”,  ha detto Giuseppe Conte, nelle dichiarazioni di voto sulle risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre.

“La differenza tra noi è che anche quando lei era ministra della Gioventù” non ha mai fatto “nulla per i giovani e per le donne”, ha aggiunto ricordando che “le urgenze dei cittadini” siano “sanità, scuola, ambiente e capacità d’acquisto”. Conte, critica Meloni anche sul Mes e le chiede, ironicamente, se “per caso anche su questo vuole ascoltare il parere di Brunetta e del Cnel” così come ha fatto sul salario minimo.

“Lei – aggiunge – dice anche che più sbarchi illegali ci sono, meno sicurezza c’è, ma da quando c’è lei gli sbarchi sono triplicati! E se ne vanta pure…”. Il fatto, prosegue sempre rivolgendosi a Meloni, “è che lei è ossessionata dal sottoscritto e dal M5S e soprattutto è ossessionata dai buoni rapporti che io ho costruito con i leader europei”.

“Riponga la sua arroganza  e la tiri fuori quando saprà portare in Italia oltre 200 miliardi” o quando riuscirà ad attuare il Pnrr che invece “state portando allo sbando”, è una vergogna. “Uscite dalla propaganda e tornate nella realtà – è il suo appello al Governo – la campanella è suonata e la ricreazione è finita”.

 

 

 

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