AgenPress – In una telefonata avuta ieri con la controparte Eli Cohen, il ministro degli Esteri Wang Yi ha detto che “ogni Paese ha il diritto all’autodifesa, ma dovrebbe rispettare il diritto internazionale umanitario e proteggere i civili”.
Pechino è stata criticata per la sua posizione sulla guerra e la mancata condanna di Hamas per il sanguinoso attacco del 7 ottobre. Le valutazioni di Wang sono maturate alla vigilia della sua visita a Washington (26-28 ottobre) per gettare le basi di un summit Biden-Xi.
La Cina sosterrà “con decisione tutto ciò che poss favorire la pace e farà del suo meglio per favorire la riconciliazione tra Palestina e Israele”, ha aggiunto Wang, per il quale “è imperativo evitare che la situazione si aggravi ulteriormente e causi difficoltà umanitarie ancora più gravi” in scia a un conflitto che “colpisce il mondo intero e comporta una scelta importante tra la guerra e la pace”.
La Cina “è profondamente preoccupata per il continuo inasprimento del conflitto e per il peggioramento della situazione, ed è profondamente rattristata dal gran numero di vittime civili”, esprimendo la condanna verso “tutti gli atti che danneggiano i civili” e opponendosi “a qualsiasi violazione del diritto internazionale”. Wang ha sottolineato che la dolorosa lezione della crisi è che “solo aderendo al concetto di sicurezza comune è possibile aiutare a raggiungere una sicurezza sostenibile, e solo aderendo alla direzione di una soluzione politica è possibile facilitare la risoluzione completa delle preoccupazioni sulla legittima sicurezza di Israele”.
La soluzione dei due Stati, in questo contesto, “è il consenso della comunità internazionale” e l’auspicio è che “le due parti possano considerare la situazione attuale così come gli interessi a lungo termine di pace e sicurezza condivisi dalle generazioni future”. L’obiettivo, ha concluso Wang, “è di ritornare sulla strada giusta della soluzione a due Stati il più presto possibile, di riprendere i colloqui di pace e realizzare la coesistenza pacifica tra Palestina e Israele”, nonché “la coesistenza armoniosa delle nazioni arabe ed ebraiche”.