L’agenzia Standard & Poor conferma il rating BBB dell’Italia con outlook stabile. Debito rimane elevato

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AgenPress – L’agenzia S&P conferma il rating BBB dell’Italia con outlook stabile. È quanto emerge dalle tabelle pubblicate sul sito dell’agenzia. Secondo l’agenzia, il consolidamento di bilancio sarà più lento del previsto dopo al revisione dei target del deficit del governo. La previsione è per un deficit al 5,5% del pil nel 2023.

“Questo in parte riflette l’ulteriore 0,8% di spese” che derivano dagli incentivi del superbonus”.

Le prospettive stabili  bilanciano la nostra visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sull’ampio debito pubblico; inoltre, tengono conto del significativo stimolo economico che i fondi Ue dovrebbero fornire.

Due guerre in corso, l’inflazione ancora alta che costringerà la Bce a mantenere i tassi alti più a lungo, l’inverno che sta arrivando e rischia di spingere all’insù il costo dell’energia. Tutti elementi che pesano sullo scenario di crescita, che rallenterà nel 2023 e nel 2024. Per quest’anno si stima un Pil in crescita dello 0,9%, dello 0,7% il prossimo e dell’1,3% nel 2025.

“Il debito dell’Italia e la sua sensibilità alle condizioni del mercato resteranno su livelli elevati”, afferma ancora S&P sottolineando che “dati gli alti livelli di debito pubblico, l’Italia resta particolarmente sensibile a un deterioramento delle condizioni di finanziamento”.

Il risanamento del bilancio sarà più graduale di quanto previsto in precedenza a causa del rallentamento economico e dell’aumento dei pagamenti di interessi in percentuale del PIL, che raggiungeranno “il 4,2% l’anno prossimo rispetto al 3,6% nel 2021”.

”Potremmo abbassare i rating” dell’Italia “nel caso in cui la traiettoria di bilancio del Governo si discostasse significativamente dai suoi obiettivi. Anche un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, in particolare quelle legate all’erogazione dei fondi Ue del Pnrr, porrebbe rischi per la crescita economica e le finanze pubbliche, e di conseguenza eserciterebbe una pressione al ribasso sul rating”.

 

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