AgenPress – Diciassette persone sono rimaste uccise nell’attacco contro un complesso che ospitava una chiesa ortodossa a Gaza. Nella struttura avevano trovato rifugio decine di famiglie cristiane e musulmane che avevano perso le loro case. La notizia è stata confermata dalla Caritas, che ha comunicato la morte di una sua addetta.
Nell’attacco che ha colpito la sala adiacente alla chiesa di San Porfirio a Gaza – che ha fornito rifugio a 411 persone -, vi erano anche “5 membri dello staff di Caritas Gerusalemme, insieme alle loro famiglie”, spiega la Caritas, “Viola, una tecnica di laboratorio Caritas Gerusalemme di 26 anni, ha perso la vita insieme al suo bambino e al marito. Tra le vittime ci sono anche la sorella di Viola e i suoi due figli”.
“All’interno della sala, un totale di 83 persone ha cercato sicurezza. A partire da ora, il bilancio ammonta a 17 vite perse, con decine di altri feriti. Purtroppo, si prevede che questi numeri aumenteranno”, prosegue la Caritas, “la chiesa non era solo un luogo di culto ma anche un centro di soccorso che forniva cibo, vestiti e assistenza medica agli sfollati e ad altri gruppi vulnerabili. Come Caritas Gerusalemme, esprimiamo il nostro dolore e la nostra indignazione per la tragedia che ha colpito queste persone innocenti”.
L’esercito israeliano ha riconosciuto di “aver colpito un muro vicino” alla chiesa in un attacco aereo. L’aviazione israeliana stava conducendo raid contro un centro di comando e controllo dell’organizzazione terroristica Hamas usato nel lancio di razzi e colpi di mortaio”, ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. “Sappiamo che ci sono state delle vittime e stiamo esaminando l’incidente”, ha aggiunto, ribadendo che “Hamas colloca di proposito le sue postazioni in aree civili usate dai residenti della Striscia di Gaza”.
Il patriarca latino di Gerusalemme, cardinale Pizzaballa, ha lanciato l’allarme anche sui 500 rifugiati nella chiesa latina di Gaza City: “Il rischio c’è perché sappiamo che la zona e il quartiere sono obiettivi militari. Gli avvertimenti sono arrivati”. La ricostruzione da parte di Hamas e delle istituzioni religiose è stata contestata dall’esercito israeliano. Il portavoce militare Daniel Hagari ha riconosciuto solo di “aver colpito un muro vicino” alla chiesa in un attacco aereo sulla zona. Poi ha spiegato che l’aviazione israeliana stava conducendo raid “contro un centro di comando e controllo dell’organizzazione terroristica usato per il lancio di razzi e colpi di mortaio”. “Sappiamo che ci sono state delle vittime e stiamo esaminando l’incidente”, ha aggiunto Hagari, ribadendo comunque l’accusa ad Hamas di collocare “di proposito le sue postazioni in aree civili usate dai residenti di Gaza”.