L’emergenza sanitaria del Covid-19 ha de facto aumentato odio sociale verso i proprietari di cani, da una parte perché considerati “passeggiatori” alla pari del “Runner” e dall’altra, consci di essere meno nel mirino di sguardi indiscreti, molti proprietari stanno approfittando della situazione per non raccogliere le deiezioni del proprio animale da compagnia; vige quindi lo stato di massima allerta.
Agenpress – Le cifre non mentono sugli aumenti; Nel 2016 i casi di avvelenamento erano 23.500 esemplari. Nel 2018 sono stati avvelenati 60.000 cani di cui 1/3 circa ha perso la vita. Nel 2019 i casi registrati sono saliti a quasi 80.000 esemplari. I cani, secondo un recente studio, al 9% del totale della fauna avvelenata. I dati ci dicono che, in Italia abbiamo circa 7 milioni di cani, questo significa che 10 cani ogni mille vengono avvelenati.
Questa “pandemia sociale” va affrontata ulteriormente rispetto a quanto già in atto; se da una parte il Ministero della Salute ha emanato, il 12 luglio 2019 un’ordinanza sul “divieto di utilizzo e di detenzione di esche avvelenate” dall’altra si evidenzia un’incapacità di applicazione delle Direttive Comunitarie sulla normativa ambientale e della mancanza di risorse e protocolli per le attività investigative. La maggior parte dei nuclei cinofili antiveleno (agenzie per l’ambiente ONG) agiscono su segnalazione e non hanno potere investigativo.
Il progetto IREBA-19 e relativi protocolli consolidati, come prefissato dalla Comunità Europea, si inserisce all’interno dei progetti di strategia per il benessere animale nell’EU.
Il Roadmap progettuale consiste in quattro punti basali; benessere animale, prevenzione, analisi ed esperienza e sarà coadiuvato da un Corporate del Benessere Animale (Well-Being) composto in primis dall’Università di Udine Dipartimento delle Scienze Agroalimentari, Ambientali e Animali (Responsabile Scientifico del progetto Prof. Bruno Stefanon), Lega Italiana dei Diritti degli Animali (LIDA), Lega Italiana dei Diritti degli Animali Sez. Tigullio, Nutrigene Food SRL e un Team Veterinario.
I principi del lavoro pratico sono quelli dell’addestramento etologico. Il progetto (mi preme sottolineare NO PROFIT e auto-finanziato) ed i suoi protocolli di cui attori materiali sono Ivan Schmidt e Virginia Ancona, Dog Trainer Professional, conosciuti a livello nazionale e internazionale, sarà destinato alla Comunità Europea nell’ambito delle strategie sul benessere animale e per lo sviluppo di un protocollo unico all’interno dell’UE, a tutti gli Enti pubblici (Regioni, Province, Comuni) e gli Enti ONG che ne faranno richiesta.