Un 25 aprile che non dimenticheremo mai

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Agenpress. Nel nostro Paese, l’anniversario della Liberazione, il 25 aprile, è sempre stato occasione di dibattito, talvolta a sproposito, ma, nel 2020, il 75°, è più che altro una data che ci mette di fronte alla cruda realtà attuale: l’impossibilità di festeggiare. La normalità della celebrazione del 25 aprile, con le grandi manifestazioni nazionali, come quelle delle grandi città, con la partecipazione delle istituzioni, o le piccole riunioni con poche decine di persone, in montagna, sono, in questo momento, un ricordo al quale aggrappare la nostra nostalgia o la serenità che solo una giornata di Festa, può regalare.

Per cacciare la tristezza del momento, non basterà cantare sui balconi “Bella Ciao”, come proposto dall’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani) né intonare l’Inno nazionale. Anzi, forse a qualcuno questo gesto potrebbe dare anche un grande senso di ulteriore, grande vuoto e imbarazzo.

Principalmente in Lombardia, siamo ancora nel bel mezzo della fase UNO; i freddi numeri del contagio e purtroppo ancora quelli dei decessi a causa del coronavirus, non accennano a diminuire in modo considerevole, e la prospettiva di arrivare alla fine del lungo tunnel, è veramente ancora lontana. Nonostante la grande frustrazione e con la consapevolezza che dovremo ancora subire il lock down nelle nostre case fino a fine giugno (minimo), i segnali di speranza, solidarietà e i piccoli gesti semplici di comunità solidali, continuano comunque a correre attraverso la nostra penisola e contribuiscono a rendere più “umana” la lunga attesa per la fine della pandemia.

Gli abitanti di Borgomezzavalle, in provincia di Verbania (Lago Maggiore), che detengono la paternità del simbolo divenuto nazionale, l’arcobaleno “Andrà tutto bene”, (inventato più precisamente dai bambini), anche per il 25 aprile, lanciano messaggi di semplicità e solidarietà. Nel proseguimento dell’isolamento forzato fino a data da definire, si coglie ancora l’occasione per regalare, con un altro gesto simbolico, il briciolo di speranza necessario che serve per realizzare almeno un sorriso in questi giorni di silenzio assordante.

In questo caso sono state le donne del paese, di ogni età, creative e solidali, che hanno lanciato l’idea di realizzare dei cuori, con qualsiasi tipo di materiali, anche scarti pescati tra arnesi di lavoro, dipinti poi con i colori della bandiera italiana, per adornare a festa con un tricolore tutto nuovo, i propri cancelli , portoni, maniglie, e le porte delle case.

Sono nati dei piccoli capolavori, che fanno guardare oltre l’emergenza sanitaria, chiunque.

Il Sindaco, Stefano Bellotti, che continua la sua attività di consegna della spesa e di mascherine “porta a porta”, esprime grande apprezzamento per la nuova iniziativa collettiva, che coinvolge nel suo piccolo centro della valle Antrona, il nutrito gruppo di donne, che, con passione sociale, artistica e civile,  pur restando nelle proprie case, svolge attività e progetti per il bene comune, condividendoli, per far respirare l’anima e iniettare positività.

Sarà un 25 aprile diverso, sicuramente vissuto nella speranza che dal coronavirus, ci libereremo presto… e per davvero.

Ketty Carraffa

 

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