Sindrome di Down: “Non sta fermo in fila”, “Ci manca l’esperienza necessaria” le Scuse Ridicole dette alle famiglie per giustificare la discriminazione

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AgenPress. CoorDown torna in 200 piazze per il diritto alla partecipazione alla vita sociale delle persone con disabilità intellettiva.

LE SCUSE RIDICOLE DETTE ALLE FAMIGLIE

“La nostra scuola non credo sia strutturata per poter accogliere allievi con Sindrome di Down. Non abbiamo mai avuto allievi come Sofia e non siamo certi di poter fare un buon lavoro. Oltretutto non credo che i nostri insegnanti (me per primo) abbiano mai lavorato in contesti simili. Mi vedo, pertanto, costretto a declinare, ma solo perché ci manca l’esperienza necessaria per accogliere allievi con disabilità.” da una mail della Segreteria di una scuola di Teatro di Milano alla mamma di Sofia, 20 anni. 

“Un’associazione sportiva che – mentre stava spiegando a vari genitori il corso di tennis a cui avrei iscritto anche io mio figlio – si è girata verso di me e sorridendomi mi ha detto: “Abbiamo però anche corsi per disabili…” Mamma dell’associazione A.I.R. Down Moncalieri (TO)

“Il primo centro estivo di Francesco (4 anni appena compiuti), accettò l’iscrizione ma non ritenne necessario un educatore specifico. Dopo il terzo giorno mi chiamarono e dissero che era necessario un educatore specifico perché Francesco “non sta fermo in fila” (esattamente come gli altri bambini di 4 anni) e che non se ne potevano occupare” Mamma dell’associazione A.I.R. Down Moncalieri (TO)

Una scuola di teatro che si raccontava inclusiva mi ha tenuto in ballo almeno un mese dopo il liceo di Silvia, che aveva fatto 5 anni di teatro al Liceo Virgilio di Milano, per dirmi alla fine che: “sa ma gli altri pagano 1200€ di iscrizione…” anche Silvia li avrebbe pagati, ma sottinteso c’era il pensiero “poi non possono trovarsi una compagna con la sindrome di Down!!!”  Mamma dell’associazione AGPD Milano

Le persone con sindrome di Down affrontano ogni giorno episodi di discriminazione e devono lottare ogni giorno per ottenere un posto a scuola, nello sport, nei campi estivi, nel mondo del lavoro e nella vita sociale nonostante le conquiste ottenute e l’impegno per vedere riconosciuti i propri diritti. In un mondo sempre più attento all’inclusività, però l’esclusione non è quasi mai esplicita, spesso vengono dette scuse ridicole che nascondono una verità più dura e pregiudizi difficili da ammettere. Le persone con disabilità subiscono svantaggi sistematici in tutti gli ambiti della loro vita per un meccanismo pervasivo, insidioso e invisibile, dato “per scontato”: l’abilismo. Ma nessuna scusa può essere accettabile per discriminare. Non ci sono scuse per non essere inclusivi.

Per questo, CoorDown lancia in occasione dell’8 ottobre, Giornata Nazionale delle persone con sindrome di Down, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi “Scuse ridicole per non essere inclusivi”. Perché, come racconta il film dall’ironia amara “Ridiculous Excuses”, le scuse più assurde e improbabili, ma tristemente attuali, sono le più utilizzate per negare l’accesso e il legittimo spazio alle persone con disabilità intellettiva: dall’esclusione dalla gita di classe, alle opportunità nel lavoro, al diritto all’inclusione scolastica, al poter frequentare corsi e sport senza limitazioni, all’iscrizione nei centri estivi e nelle attività ricreative.

Il messaggio della campagna sarà diffuso con l’appuntamento annuale promosso da CoorDown che vedrà nel weekend dell’8 ottobre in oltre 200 piazze d’Italia i volontari delle associazioni aderenti al coordinamento nazionale distribuire il messaggio di cioccolato (realizzato con cacao proveniente dal commercio equo e solidale) che sostiene progetti volti all’inclusione e alla partecipazione attiva, in tutto il territorio nazionale.

Grazie alle centinaia di volontari, persone con sindrome di Down di ogni età insieme a genitori, fratelli e sorelle e amici, saranno in prima linea negli eventi di piazza per incontrare i sostenitori, dare informazioni, raccontare come verranno utilizzati i fondi raccolti. Trova le piazze della tua città su nostro sito.

Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown spiega: «Il diritto alla piena partecipazione alla vita sociale e il diritto all’inclusione delle persone con disabilità intellettiva sono ancora lontani dall’essere garantiti nel nostro paese. Troppe ipocrisie mascherate da buone intenzioni sono alla base degli ostacoli materiali e delle fatiche emotive che quotidianamente devono affrontare le persone con sindrome di Down e le loro famiglie. Il messaggio contro ogni forma di discriminazione e abilismo, lanciato a marzo scorso con la Giornata Mondiale della sindrome di Down 2023, ha avuto una straordinaria risposta su tutte le piattaforme raggiungendo oltre 70 milioni di visualizzazioni solo su TikTok, dove le persone con disabilità ma anche appartenenti ad altre comunità si sono riconosciuti e ci hanno raccontato le loro storie e le scuse che si sono sentiti dire con l’hashtag #RidiculousExcuses. In occasione della Giornata Nazionale intendiamo rilanciarlo. CoorDown e le associazioni sui territori combattono ogni giorno per costruire opportunità, aprire spazi e dare risposte concrete alla richiesta di inclusione che nessuna “scusa ridicola” può fermare».

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