AgenPress. Liste di attesa infinite, pronto soccorsi affollati, rinuncia alle cure, diseguaglianze di accesso alle prestazioni. È il quadro tracciato dal Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, in un intervento sulla spesa sanitaria 2022. Parole durissime, che l’associazione Codici sottolinea e rilancia, ricordando il bilancio impietoso delle verifiche eseguite dai Nas sulle liste d’attesa ed evidenziando le continue denunce che si registrano per casi sospetti di malasanità.
“Il diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione si scontra con una realtà che vede i cittadini sempre più in difficoltà – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. Il quadro tracciato dalla Fondazione Gimbe è allarmante. I dati forniti richiedono un’attenta riflessione ed un intervento importante da parte delle istituzioni prima che la situazione diventi irrecuperabile. Parliamo di numeri impietosi. Pensiamo alla spesa sanitaria pro-capite, che per il 2022 vede l’Italia sotto la media Ocse dietro a ben 15 Paesi. Il quadro peggiora prendendo in esame la spesa sanitaria pro-capite nel G7 per il periodo 2008-2022. In Italia, infatti, il trend si è sostanzialmente appiattito dal 2008, l’ultimo posto non è stato mai abbandonato e la distanza con gli altri Paesi è diventata progressivamente sempre più grande. Una situazione che fa emergere, per l’ennesima volta, la necessità di investire per rilanciare la sanità pubblica, che mostra sempre più lacune ed inefficienze, solo in parte colmate dagli sforzi di tanti operatori”.
Una situazione limite che a volte sfocia in casi sospetti di malasanità. Vicende drammatiche che finiscono all’attenzione della Procura. È il caso della morte di Giovanni Giannone, l’uomo di 56 anni deceduto recentemente all’ospedale di Modica (Ragusa) dove si era recato per una colonscopia. Un esame di routine che si è trasformato in una tragedia, come accaduto per Alessia Neboso. Recatasi in una clinica privata di Napoli per un intervento di chirurgia estetica al seno, operazione anche questa considerata di routine, la ragazza di 21 anni ha perso la vita pochi giorni dopo.
“Sono tanti gli interrogativi per queste due vicende – afferma Giacomelli – e che derivano soprattutto dal fatto che parliamo di operazioni normali, di routine. Le Procure stanno indagando e ci auguriamo che vengano fornite presto delle risposte alle famiglie, distrutte dal lutto. Come associazione seguiamo queste vicende con esposti alla magistratura per contribuire a fare chiarezza. Bisogna capire cosa è andato storto e, nel caso emergano delle responsabilità, individuare chi ha sbagliato e fare giustizia. Un compito non semplice, perché non è sempre facile far valere i diritti dei cittadini, anche di fronte ad errori clamorosi. Ma è un impegno che portiamo avanti da anni, un atto doveroso di fronte ad una sanità sempre più lontana dai pazienti”.